Gianfelice Facchetti si racconta, tra derby passati e rivalità future
Mauro Suma intervista Gianfelice Facchetti
Gianfelice Facchetti è stato intervistato da Milan TV, ed ha parlato con Mauro Suma della rivalità tra le due squadre Milanesi.
Le parole di Facchetti
Possono un interista ed un milanista dialogare serenamente del loro derby?
Assolutamente sì, anche perchè avendo sposato una milanista sarebbe doveroso. Si può e si deve, in una città in cui si può parlarne con serenità.
Di recente è mancato Eugenio Bersellini che è stato allenatore di tuo padre, capita che con il passare degli anni le rivalità si stemperino molto, e pensi che si sono condivisi derby ed emozioni, capita anche a te?
Io penso che nel corso della vita ci siano presenze rossonere fisse. Come ad esempio Giancarlo da Nova Pantera, uno degli amici più cari di Papà, oppure quando ero piccolo, tutti i sabati mattina, Andrea Bonomi, il capitano di quel Milan, arrivava a casa a portare i resoconti della banca. Lo abbinavo al giorno in cui si stava a casa da scuola. Ed è vero che quando qualcuno se ne va è Milano che perde un pezzetto e quindi si sente.
Qual è la differenza tra il milanista e l’interista, la tra una parte e l’altra del calcio in città?
Io ho la sensazione che negli ultimi 20 anni un po le differenze si siano mescolate, stemperate o ribaltate. Tendenzialmente l’interista che per luogo comune il più brontolone è rimasto vicino. Io sono cresciuto con il tifoso milanista che era sempre presente, invece ora ci sta mettendo di più ad abituarsi ad anni opachi.
Ti è mai capitato di pensare che una città così grande possa essere di tutti o di nessuno?
Sì perchè io lo dico scherzando ai miei amici milanisti, il Milan è la parte sotterranea- dice ridendo- voi siete i figli del diavolo mentre noi siamo la parte che sta su. però è vero, sono due anime, e ho trovato inimmaginabile quando qualcuno disse che per stare al passo con le big, Inter e Milan si dovessero fondere, Milano avrebbe perso un pezzo di se. Sono due anime diverse ed è giusto che convivano e portino con loro le loro differenze.
Tuo papà Giacinto come lo viveva il derby? Tu lo vivevi in prima persona oppure attraverso tuo padre quando giocava?
Quando giocava in realtà io non ho molti ricordi, visto che io sono del 74′ e lui ha smesso nel 78′. Però negli anni in cui lui era impegnato accanto alla squadra, io ero già grande, facevo fatica a non vivere quello che succedeva attraverso di lui, c’era più la preoccupazione per lui, il fatto di vedere la dedizione alla causa della sua vita e che lui avesse soddisfazioni.
Cosa ti raccontava tuo padre del Milan? Parlo di Rivera, dei derby degli anni 60′, cosa ti arrivava da tuo papà del Milan?
Arrivava secondo me l’impressione di far parte di qualcosa che accomunava tutti e due, la Milano di quel periodo era qualcosa di irripetibile. Tra le amicizie c’era una delle sue bestie nere, il Pantera. C’era la sensazione di appartenere a qualcosa di grande. Milano di quel tempo ha fatto parte di questo miracolo.
Ma la tua vera rivalità qual è? Milan o Juventus?
Ci sono tante rivalità, e modi diversi di sentirla. Per me la partita dell’anno è il derby.
Sicuramente con la Juve è molto sentita. Contro il Milan non me la perderei mai. E’ una partita con un’atmosfera unica.
Quando Facchetti giocava uno dei suoi ultimi derby, la stessa cosa capitava anche a Rivera, mostri sacri che lasciavano insieme.
Sono stati legati ai club per diversi anni, il primo derby senza Maldini o Zanetti è un derby senza di loro per qualsiasi tifoso, perchè ti sei abituato a ritrovarlo contro, e capisci che il tempo passa. I campioni lo rallentano.
Su San Siro come ti schieri?
Mi dispiacerebbe non vedere l’Inter a San Siro, ma uno stadio di proprietà è uno step fondamentale, e sarei contento di rimanere al passo. Potrebbe essere lo stadio delle grandi occasioni. Avendo uno stadio tuo e anche San Siro. Anche perchè la città sta rispondendo bene e uno stadio con 35 40 mila posti sarebbe riduttivo.
Il derby tra Berlusconi e Moratti, come verranno ricordati?
Verranno ricordati sicuramente bene, perchè hanno regalato emozioni e gioie, sono stati di Milano.
Aldilà delle rivalità, milanisti e interisti possono andare tranquillamente allo stadio insieme cosa ne pensi?
E’ un modo di essere di Milano, ti si avvicina ma ti lascia anche in pace, non ti vuole invadere totalmente. C’è un fatto di saper condividere gli spazi. Milano ha una sorta di Fair Play tra tifosi.
Ti è capitato di vedere una figura che potesse ricordare tuo padre in un derby?
Nello specifico no, il tributo a Maldini, mi piaceva molto Franco Baresi, che è fratello del nostro. Duo fratelli che vanno uno da un parte e dall’altra. Anche mio padre ha fatto un provino al Milan, negli anni 50′ e anche per l’Atalanta. Il Milan ha aspettato, ma lui ha scelto l’Inter.
Veniamo al presente, cosa ne pensi di questo derby?
L’Inter ha cominciato meglio, con un pò di fortuna, ma ha trovato solidità in fase difensiva. Il Milan ha cambiato moltissimo è sta affrontando un grosso cambiamento. Il Milan sta avendo una transizione. Faccio fatica che il campo possa esser scollato da quello che accade attorno. L’aspettativa è molto elevata. Il peso lo sentono.
Facciamo che siano le 20 e 45 di domenica, Giacinto Facchetti e Cesare Maldini cosa si diranno da lassù?
Si daranno una pacca sulla spalla e saranno rivali felici di esserlo come lo sono sempre stati. Sperando che Milano possa compiere una resurrezione calcistica, visto che manca da molto.
Fonte: Milan TV