Derby: vinciamolo con l’umiltà, il cinismo e ascoltando gli 80 mila cuori del Meazza

In campo sarà tutto diverso

Derby: sette punti punti di distacco che due mesi fa sembravano una bestemmia.
Una società con i bilanci in via di risanamento, l’altra con lo spettro del fondo Elliott.
Da una parte una società che ritrova appeal con partner commerciali e sponsor, dall’altra rapporti che si interrompono (Adidas).
Se la proprietà dell’Inter è quanto di più visibile ed identificabile, avendo il nome su migliaia di negozi , quella del Milan è tutt’ora oggetto di dubbi e incertezze.
Tutto sembrerebbe ruotare per il verso giusto.
Eppure sul campo domenica sera nessuno penserà a queste diversità, si parte dallo zero a zero e che si aprano le danze.

Bando alle critiche

Il Milan ha qualità e talento, inutile nascondersi dietro ad un dito, chi lo nega sa di dire una non verità.
Ha anche tanti problemi, dentro la squadra, forse anche dentro lo spogliatoio come il botta e risposta tra Montella e Berlusconi di pochi giorni fa ha confermato.
L’Inter invece naviga in un clima di relativa serenità, a parte i soliti malpensanti che continuano a parlare solo di fortuna.
Qualche problema lo avrà Spalletti, con Brozovic impossibilitato a confermarsi al centro della linea dietro Icardi, con Joao Mario pronto a subentrare ma che nel Portogallo continua a sommare buone prove partendo dall’esterno.
Ma chiunque Spalletti mandi in campo, si scordi la serenità, quella sportiva s’intende, perchè non è sentimento da derby.

San Siro si aspetta undici guerrieri

Servirà il coltello tra i denti, ovvero quel plus di orgoglio, generosità, attaccamento alla maglia, garra: o tiri fuori queste armi oppure difficile vincere queste partite .
Sarà indispensabile l’occhio della tigre e la velocità del serpente per azzannare i rossoneri, cioè la concentrazione massima in ogni momento, in ogni dettaglio della gara e la capacità di sfruttare le prevedibilmente poche occasioni che capiteranno.
Servirà soprattutto l’umiltà e la modestia di chi sa di doversi conquistare tutto con la fatica e col sudore, minuto per minuto, giocata per giocata.

E poi ci saranno gli 80 mila

Sarà necessario, soprattutto, che ogni nerazzurro senta i cuori e le voci degli 80 mila tifosi nerazzurri che chiederanno tutto questo.
Quelle fibrillazioni dovranno essere stimolo, droga, fuoco sacro, adrenalina pura.
I nuovi soprattutto, Skriniar, Borja Valero, Vecino, Cancelo e Dalbert se chiamati in causa, dovranno essere pronti a vivere questa emozione straordinaria sapendo che un derby è qualcosa in più di una semplice partita.
E’ un brivido che ci si porta dietro tutta la vita, chi non ha vissuto  un derby non può avere ancora questa sensazione.
Se ne accorgeranno quando entreranno in campo, quando saranno travolti da una valanga d’affetto fino a quel momento sconosciuta.
Al di là dello spirito della stracittadina, servirà la “cattiveria” sportiva di affossare, forse definitivamente, una della più pericolose concorrenti al quarto posto.