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Vecino : spacca gli avversari, come un campionissimo del passato

Indice dei contenuti

1 Vecino, come Gerrard o Nicolino Berti?2 La cavalcata di Berti a Monaco3 Azioni identiche in situazioni diverse4 Due dominus della metà campo5 Lo voleva proprio il NapoliVecino, come Gerrard o Nicolino Berti?

Sono due gare che Matias Vecino fa sobbalzare sulla sedia commentatori e i tifosi nerazzurri con una giocata particolare.
Il coast to coast dalla nostra area fino a quella avversaria; e ieri sera a Napoli al termine della formidabile sgroppata ha sfiorato un gol che sarebbe diventato epico.
Lele Adani nel derby lo paragonò a Gerrard, stella del Liverpool fino a poco tempo fa.
Accostamento di eccezionale livello vista la competenza di chi lo ha fatto ed il termine di paragone.
Ai tifosi nerazzurri un po’ più attempati però, le sortite palla al piede di Matias fanno ritornare la memoria ad un altro grande centrocampista, quel Nicolino Berti che deliziava le platee milanesi quasi ogni domenica con giocate del genere.

La cavalcata di Berti a Monaco

Chi non ricorda la cavalcata pazzesca di Berti che valse il 2 a 0 all’Olympiastadion di Monaco contro il Bayern nel novembre del 1988?
Confrontando le due azioni si vede che partono più o meno dallo stesso punto, qualche metro davanti l’area di rigore nerazzurra.
I due volano dritto per dritto nella fascia centrale del campo, con un’unica differenza.
Berti se li perde tutti per strada i difensori tedeschi e si trova come per magia davanti al portiere tedesco.
Un colpo sotto ad alzare la traiettoria e il 2-0 in terra bavarese era cosa fatta.
Vecino invece giunto alla tre quarti avversaria si trova l’intera linea difensiva del Napoli schierata alla perfezione.
E’ per questo che chiede il triangolo a Icardi che gliela rende appena decentrata; nonostante la posizione di estrema scomodità, Vecino riesce ad inquadrare lo specchio e solo sulla riga Albiol evita in extremis un gol da annali del calcio.

Azioni identiche in situazioni diverse

L’analisi delle due azioni non può trascendere dalla situazione specifica della due partite.
A Monaco di Baviera l’Inter era già in vantaggio per 1 a 0 con il gol di Serena nel primo tempo.
La sgroppata storica di Berti è a metà ripresa, quando i tedeschi erano sbilanciati alla ricerca del pareggio.
Vecino invece si sinvola verso la porta di Reina all’inizio della ripresa, con la gara in perfetto equilibrio e con le squadre assolutamente in linea con i dettami dei rispettivi mister che impongono una fase difensiva di assoluta attenzione.

Due dominus della metà campo

Nicola Berti è stato un dominus del centrocampo nerazzurro per quasi un decennio.
Era uno di quei giocatori con una fisicità dirompente ed una certa allergia alla rigidità degli schemi.
Genio o sregolatezza poco importa; di sicuro tanta roba, tanta sostanza, sia in fase di copertura che in quella offensiva, in un centrocampo indimenticabile con Mattheus e Matteoli dietro Diaz e Serena.
Vecino al confronto è uno studente di un college inglese; mai una pausa, una disattenzione, una presenza imponente nella mediana interista per fisicità e disponibilità al sacrificio.
Ma la di là di questi aspetti, il peso della presenza in campo dei due è pressoché identico.
Quando ci sono spesso non te ne accorgi, tanto è oscuro ma prezioso il lavoro che fanno.
E’ quando sono assenti che ci si rende conto della loro importanza.

Lo voleva proprio il Napoli

Non è un caso che l’Inter l’abbia strappato nell’ultimo mercato proprio alle grinfie di Maurizio Sarri che lo voleva in azzurro a tutti i costi.
Gente che nella fascia centrale del campo sappia fare bene entrambe le fasi è merce sempre più rara nello scenario del calcio europeo, e se ci sono valgono cifre inusitate.
Al confronto i 25 milioni da pagare alla Viola in due annate sono una miseria.
Lasciamolo lavorare questo ragazzo, nelle mani sapienti di Spalletti, ci sarà da divertirsi…