Indice dei contenuti
1 Tre tifosi in uno2 Il tifoso scatenato3 Squadra perfetta4 Ripresa, si spenge la luce5 Il tifoso disfattista6 Finale per il tifo razionale7 Chi siamo, da dove veniamoTre tifosi in uno
Chi ama le montagne russe sa di cosa parliamo, il vortice di sentimenti ed emozioni cui l’Inter costringe i suoi appassionati è roba da duri di stomaco.Da duri e da tifosi uni e trini, senza alcun riferimento religioso.Si, perchè ieri sera ognuno di noi, allo stadio o davanti alla TV, si è trasfigurato in due barra tre figure di tifosi tipo, ognuno dei quali in contrasto con l’altro e capaci, senza una sintesi, di far allungare le liste d’attesa degli psicologi già fin da stamani.
Il tifoso scatenato
Il primo tempo è stato territorio esclusivo di Renato, tifoso scatenato. E come dargli torto? L’Inter ha giocato i 45 minuti forse più belli degli ultimi 15 anni. Azzardiamo? Dal punto di vista puramente estetico, anche meglio dei tempi di Mourinho.
Una macchina perfetta nei movimenti, nei triangoli, nel liberare Perisic o Candreva o D’Ambrosio sulla fascia per andare a cercare Icardi. Nagatomo faceva ricordare i tempi belli dei grandi terzini nerazzurri. Skriniar e Miranda hanno pargheggiato il bus davanti alla porta di Samir.
Squadra perfetta
Si esce sempre e comunque palla al piede, Gaglia e Vecino impeccabili nel far ripartire l’azione e nello smantellare il gioco degli altri, Borja immenso a ricevere la sfera tra le linee e allargare senza una sbavatura.E lassù lui, ormai è Starman Icardi, l’uomo delle stelle che ogni tanto scende dagli astri, indossa la maglia nerazzurra, tocca 4 o 5 palloni regalando magie ed emozioni come nessun altro.
Il nostro tifoso Renato era giustamente scatenato di fronte ad uno spettacolo del genere. Ma l’esperienza è madre di vita anche per gli interisti e sotto sotto ognuno di noi sentiva che era troppo bello per continuare così.Ripresa, altri 20 minuti di show nerazzurro con reti e pali che fioccavano come neve sul Pordoi a metà gennaio.
Ripresa, si spenge la luce
E poi tac, game over. La stanchezza dopo Napoli, l’abbassamento della concentrazione dopo il terzo gol, Vecino sostituito (Mister Spalletti, esigenza fisica o scelta tattica?), Handa che si pianta sulla riga di porta senza uscire come neanche uno agli arresti domiciliari.Equilibri saltati, il Sindaco Borja in apnea, la Samp che ritrova l’entusiasmo per il forging finale, il fantasma dell’Inter dello scorso anno che si materializza davanti ai ragazzi.In due parole, la solita pazza Inter.
Il tifoso disfattista
E’ qui che si scatena Battista, il tifoso disfattista. Quello che #Suningout,quello che pippa di mercato, quello che Bonucci dovevamo prenderlo noi, quello che anche quest’anno la coppa del nonno.Senza dubbio la parte peggiore del subconscio interista, ma in quel momento sentiva di avere qualche ragione e sforconava via il povero Renato, issando nella testa di ciascuno di noi timori ed incertezze sulla reale dimensione della squadra.Se sul 3 a 0 Renato suggeriva di inserire Karamoh come massima espressione della goduria da provare, Battista riapriva il disco “domani via tutti, fuori i cinesi” e via dicendo.
Finale per il tifo razionale
Anche nei venti minuti di tsunami però ci sono due immagini da salvare. La standing ovation del Meazza per Nagatomo e il rientro profondo di Perisic, al centro dell’area nerazzurra, a impattare il tiro dell’attaccante doriano che sarebbe valso il 3-2 anticipato.Il triplice fischio di Guida ha spento ardori da Viagra sportivo e sfascismi incomprensibili.Ed è qui che esce, o dovrebbe uscire, la terza figura di tifoso, Pasquale il tifoso razionale.
Chi siamo, da dove veniamo
Quello che ha presente chi siamo e da dove veniamo.Quello che conosce le difficoltà in cui ha dovuto muoversi la società sul mercato e quelle di Spalletti per ricreare un gruppo degno di questo nome.il tifoso che due mesi fa avrebbe pagato una cena per trovarsi a quota 26, imbattuti, in testa alla classifica dopo 10 domeniche.Il tifoso che si rende conto dei grandi passi avanti che la squadra ha dimostrato anche ieri sera nei primi 70 minuti e non spara sentenze sulle difficoltà degli ultimi 20.
L’ottica di Pasquale dovrebbe essere quella prevalente in ogni tifoso nerazzurro stamani.Sappiamo che non sarà così, in molti casi.L’importante è chiudere la bocca a Battista, perchè è quello che ci farebbe ripiombare tutto nel baratro.