Spalletti e i suoi fedelissimi: ecco lo zoccolo duro dell’Inter
Spalletti, ora l’Inter ha la sua identità
Spalletti sta letteralmente stupendo tutti in questo avvio di stagione. Dopo i “disfattismi” di molti tifosi in estate, a seguito di un mercato non proprio all’altezza delle aspettative, ora la musica è cambiata. Anche il tifoso più disfattista e scettico sui nerazzurri se n’è accorto: la squadra gioca bene e, soprattutto, vince. Vincere, appunto, per una squadra come l’Inter dovrebbe essere la normalità. Negli ultimi anni, purtroppo, la normalità era diventata il contrario. Il tecnico di Certaldo, grazie al suo lavoro certosino, ha dato una nuova mentalità alla squadra che, badate bene, per 7/11 è la stessa dello scorso anno. I nerazzurri, adesso, sono una squadra.
I fedelissimi del tecnico nerazzurro
Come evidenziato dal Corriere della Sera, questo lavoro straordinario non sarebbe stato possibile senza affidarsi a uno zoccolo duro. L’allenatore toscano è, infatti, quello che ha utilizzato meno calciatori di tutta la Serie A. Sono 19 gli uomini ai quali si è affidato nel corso di questo campionato. Se andiamo poi a vedere quanti sono partiti titolari, il dato è ancora più significativo: 14 calciatori. Nonostante questa attitudine ad affidarsi sempre agli stessi uomini, il mantra del tecnico nerazzurro è “far sentire tutti coinvolti e importanti”. Proprio in quest’ottica va visto il recente impiego di Santon, calciatore che pareva ormai ai margini del progetto interista.
La continua ricerca della perfezione
Gli uomini guidati dal tecnico di Certaldo sono apparsi sempre inappagabili. Una delle cose che ha particolarmente stupito di questa squadra sono i gol segnati negli ultimi 15 minuti. Sono 9 su 20, infatti, le marcature arrivate nei minuti finali dei matches. Chiaro sintomo di una squadra mai doma, alla continua ricerca della perfezione, del gol in più che mette il risultato al sicuro. E quando come obiettivo ti fissi la perfezione, criticare se stessi è una logica conseguenza. Il tecnico ex Roma e Udinese lo sa, ed è proprio per questo che non da mai l’impressione di essere soddisfatto. Le interviste post Napoli sono il manifesto di questo pensiero.