(Gazzetta dello Sport) Dopo solo dieci giornate Spalletti sta già mostrando a tutti le sue doti e, perché no, inizia già a far sognare qualche cuore nerazzurro
(Gazzetta dello Sport) Quando un allenatore dell’Inter riesce ad ottenere qualche buon risultato arriva, puntuale, lo spettro del passato che inghiottisce tutto ciò trova davanti a se’
Spalletti, però, non si lascia inghiottire e al termine delle prime dieci giornate di campionato il bottino recita: ventisei punti, venti gol fatti, sette gol subiti e nessuna sconfitta.
Come si piazza il “record” attuale dell’allenatore toscano nei confronti dei mostri sacri ai quali viene accostato?
L’Inter 2009/2010 allenata da Mourinho dopo dieci giornate aveva venticinque punti, una sconfitta, ventinove gol fatti e sei subiti.
Le due Inter di Herrera dal 1963 al 1965 raccolsero, rispettivamente: venti punti, tredici gol fatti, quattro subiti e due sconfitte; diciannove punti, undici gol fatti, sei subiti ed una sconfitta.
Nessuna di queste altre Inter, tutte arrivate al primo posto anche se nella stagione 1963/1964 il titolo andò al Bologna, riuscì a mantenere a zero la casella delle sconfitte, solo Mourinho riuscì a segnare di più e la difesa, grande vanto dell’Inter spallettiana, è la peggiore delle tre con sette gol subiti.
Spalletti cos’ha portato a questa Inter? Cosa porterà a questa Inter? Cosa lascerà a questa Inter?
Spalletti, dice la Gazzetta, ha portato solidità ed equilibrio alla squadra oltre che alla propria motivazione e voglia che lo ha subito reso il “capo–popolo” che la tifoseria stava aspettando da quella principesca notte di Madrid.
Il lavoro di Spalletti, comunque, è solo all’inizio e “i comunisti cinesi decideranno il mercato di gennaio” ripete il quotidiano ricordando le necessità di quest’Inter che si regge su un sottile filo che passa da Skriniar per andare da Vecino e chiudere con Icardi: è questa l’ossatura dell’Inter di Spalletti e sono questi i giocatori che più degli altri devono restare in forma perché la squadra possa girare.
A gennaio dovrebbero arrivare: Ramires, che aiuterebbe i centrocampisti nelle rotazioni, un difensore da tenere in panchina, visto che di Ranocchia non si fida nessuno, e un vice Icardi per non avere il solo Eder dalla panchina.
Per puntare i risultati di Mourinho ed Herrera a Spalletti servirà almeno un’altra stagione perché il progetto è ambizioso ma con delle tappe da seguire.
Prima il ritorno in Champions e poi il miglioramento della squadra fatto con cognizione e calma perché con la fretta si fanno acquisti che “spostano gli equilibri”.
Quest’Inter non ha bisogno di spostare equilibri, ha bisogno di trovare l’equilibrio e la fame: l’equilibrio per non soffrire mai e la fame per portare a casa anche le partite che non si meritano.
Ai posteri toccherà l’ardua sentenza: valutare il lavoro di Spalletti paragonandolo a Mourinho ed Herrera; i coetanei però possono già dire che un piccolo spazio nel cuore nerazzurro per quell’uomo senza capelli che viene da Certaldo.