Pavon – Quando la data di nascita è sinonimo di qualità

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1 Pavon è pronto, ma l’Inter dov’è?2 Comunque…2.1 Poi se sei un predestinato, ti viene tutto facile2.2 Una domanda..Pavon è pronto, ma l’Inter dov’è?

Il 21 gennaio 1996 i Pink Floyd entrano nella Hall of Fame della musica. I visionari di Shine on you crazy diamond certificano così la loro prematura e ampiamente giustificabile entrata nella leggenda della musica.

Il 21 gennaio 1996 a Córdoba, città dell’Argentina centrale, adagiata sulle rive del Primero ai piedi della Serra Chicas, Walter Pavon e la moglie Veronica Campos vedono venire alla luce il figlio che, probabilmente, sarà destinato a far parlare di se molto, molto a lungo.

D’altronde – e da qui si capisce che il Fato è una divinità molto spesso sottovalutata – l’Argentina è così talmente fertile di talenti, che come contrappasso ha terreni brulli e argillosi quando si parla di far crescere commissari tecnici. Anche Dio, che da sempre è un tifoso del Boca Juniors, riconosce i suoi errori e, per questo, compensa.Comunque…Questo ragazzino, nato il 21 gennaio 1996, viene battezzato con il nome di Cristian, Cristian Pavon. E, ovviamente, come i quasi tutti gli argentini che non siano Evita Peron o il cantante Carlos Gardel, si contraddistingue per il calcio. Il suo talento non passa inosservato e viene tesserato giovanissimo dal Club Atletico Talleres de Cordoba. Fin da subito dimostra anche il suo feeling con il gol. Ma è anche il suo modo di giocare che richiama subito l’attenzione di molti. Cristian è infatti un giovane esterno che sa spaziare su tutta la linea offensiva. E poi ha una rapidità impressionante di tiro. Cristian calcia. Calcia sempre. Calcia anche e soprattutto dalla distanza, che è dote non così comune in un popolo che, mai, si libererà dal mito di Maradona e del gol all’Inghilterra: saltare tutti, cioè, ed arrivare in porta col pallone. Inevitabile, quindi, l’approdo in Primera Division. Avviene, non ancora maggiorenne, a Santa Fe con la maglia del Club Atlético Colón. Venti partite e cinque gol. Poi… Poi niente. Se sei argentino, se sei bravo a giocare a pallone, presto o tardi, Dio ti farà giocare nel Boca Juniors. Così, Cristian, che fino a questo punto della storia ha appena compiuto 18 anni, si veste di giallo e blu.Poi se sei un predestinato, ti viene tutto facileE’ il 3 maggio 2015. Si gioca il Superclasico. Da una parte il Boca, dall’altro il River. Le due anime di Buenos Aires. Non una partita come un’altra, ma non solo in Argentina bensì (quasi) in tutto il mondo. E’ il minuto numero 85. Cristian la piazza. Il Boca vincerà poi 2 a 0. Nel 2016, poi, viene convocato dalla nazionale che partecipa alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Infine, qualche giorno fa, ha segnato un’altra rete (la settima da quando è al Boca) bellissima. Dopo essersi laureato per l’ennesima volta campione d’Argentina, il presidente del Boca Juniors, Daniel Angelici, ha iniziato ad alzare le barricate: “Abbiamo già rifiutato un’offerta superiore ai 14 milioni per lui (tanti indizi portano allo Zenit, ndr), ma per prenderlo serve l’importo della clausola, ossia 18 milioni”. Ad agosto, poi, è arrivato il rinnovo fino al 2022.Una domanda..Cosa aspetta l’Inter, dopo i tentativi sinceri dello Sporting Lisbona e quelli un po’ più timidi del Napoli, a farsi sotto? Il ragazzo, che ha carattere forte e determinato, può migliorare ancora tantissimo. E poi Cristian giocherebbe a meraviglia con Perisic e Icardi. Certo, è facile parlare quando i soldi sono di qualcun altro. Ma è anche semplice avere dei desideri. Anziché partecipare ad aste milionarie per giocatori più vicini al viale del tramonto che alla maturità – Angel Di Maria – perché non andare a prendersi un predestinato? Non si nasce per caso nello stesso giorno in cui i Pink Floyd si consegnano alla leggenda.