Internews: a Verona nella storia, ma la storia di questa Inter è tutta da scrivere
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1 Internews: fatta la storia2 Intelligenza, modestia e duttilità3 Il pareggio non fa perdere la testa4 La storia è tutta da scrivereInternews: fatta la storia
L’Inter, questa Inter, fa la storia. 29 punti in 11 gare non li aveva fatti neanche il dream team del Triplete. Il primo risultato è in saccoccia, con tanti saluti ai soliti gufi e rosiconi l’Inter torna in scia al Napoli delle meraviglie.
Non si sbagliava chi diceva che non sarebbe stata una passeggiata di salute e il primo a saperlo era proprio Mister Spalletti. Difficile perché Verona veniva dopo una striscia di tre gare dal significato intenso. Poteva sembrare un momento di relativa tranquillità, invece poteva essere una clamorosa buccia di banana se affrontata con la vanità di chi snobba l’avversario. Chi si aspettava l’Inter tambureggiante dei primi 70 minuti con la Samp potrebbe essere rimasto con la bocca impastata.
Intelligenza, modestia e duttilità
Ma la gara era diversa e il modo di affrontarla doveva attillarsi a questa diversità. Si può parlare a buon motivo di un Inter camaleontica, che riesce, con duttilità ed intelligenza, ad adattarsi alle diverse situazioni. Anche questo è un segno di crescita, di presa di consapevolezza delle proprie qualità e dei propri limiti. L’Inter ha approcciato la partita con grande intelligenza. Di fronte ai gialloblu schierati compatti dietro la linea della palla in attesa di ripartire, l’orchestra diretta da Borja Valero ha dapprima irretito gli avversari con un possesso di palla preciso anche se privo di verticalizzazioni. Poi ha colpito, al primo affondo. E proprio con il Von Karajan ex Sindaco di Firenze, splendidamente aiutato da Icardi che ha portato due difensori su di sé, permettendo a Borja di appoggiare il piattone in rete in splendida solitudine. Intendiamoci, niente di trascendentale. Ma nei primi 45 minuti era più facile trovare un abitante del Polo nord nel Sahara che un gialloblu vicino alla conclusione dalle parti di Handanovic.
Il pareggio non fa perdere la testa
Il rigore concesso dopo l’esame del VAR è un piccolo condensato di cosa non fare in certe situazioni. D’Ambrosio rilancia alla carlona. Rinterzo della palla sulla schiena di un avversario verso la nostra porta. Da capire cosa passa per la testa di Handanovic che si butta su Cerci, in posizione non letale, senza prendere la palla e con tutto il corpo sull’avversario. Gran portiere Samir, ma ogni tanto (il Milan lo ricorda bene) va in amnesia, e son c… dolori per la squadra. Qui si sono visti i pochi minuti, dopo quelli dell’Olimpico e di Bologna, in cui la squadra poteva perdere la tramontana. Non è successo, e anche questo non è da sottovalutare. Perisic rimette le cose a posto con una bomba dal limite su una corta respinta della difesa scaligera, poi quasi più niente, fino alla fine. Salvo una traversa di Vecino, giusto per chiudere i conti con chi starnazzato per settimane sui legni amici dei nerazzurri.
La storia è tutta da scrivere
Siamo lassù, ancora lassù, più che mai lassù. E’ legittimo l’orgoglio per quello che è stato fatto in questi tre mesi. Ma fatta la storia, bisogna pensare ad alzare ancor di più l’asticella. Torino, Atalanta, Cagliari e Chievo prima del fatidico 9 dicembre allo Stadium bianconero. C’è da correre, la storia di stasera è già passata, quella futura è tutta da scrivere.