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Il Messaggero | È un’Inter tanto bella con le big, quanto “pigra con le piccole”

L’Inter fa sempre parlare di sé anche quando vince, non mancano i commenti negativi post Verona

La nuova Inter di mister Spalletti è una squadra che si mette in tiro per le “grandi uscite” e si trascura quando è tempo di affrontare “le provinciali”. Da differenza però con le altre compagini che l’hanno preceduta in questi anni, è che – seppur a fatica – porta quasi sempre a casa i 3 punti: 9 vittorie e 2 pareggi contro Bologna e Napoli (entrambi in trasferta) fin qui.

Per l’appunto, il quotidiano capitolino ‘Il Messaggero’ l’ha definita un’Inter “pigra con le piccole”:

«L’Inter vede una piccola (la penultima di A) e si fa pigra, a tratti scontata. Una novità? Anche no. Non c’è la luminosità del trittico – i 3 a 2 su Milan e Samp, il pari di Napoli – ma c’è la luce della classe, vedi la frecciata di Perisic, o, prima, la sortita che porta Candreva a mettere sul piede di Borja Valero (metronomo) il suo primo acuto in nerazzurro. L’acuto, cioè, che rompe la stasi, in Verona–Inter. Ovvero sbroglia la prima matassa di un (duro) match che, alla fine, diventa per quelli di Spalletti un altro rilevamento utile: quota 29, il Napoli (l’altra imbattuta, fin qui) a due gettoni di distanza, Juve e Lazio sotto di un gradino, lo scudetto è un pensiero da dribblare ma intanto c’è questo record di famiglia, maggior numero di punti dopo 11 giornate da quando vincere vale tre sassolini (‘93/’94), che scalda l’umore, forse, anche in vista dell’obiettivo a lungo termine ossia tornare in Champions.

Il rilevamento del Bentegodi, dunque, dice questo: il canovaccio di Spalletti può funzionare – identica formazione per la quarta volta di fila – anche se quest’Inter bella con le big e un po’ meno con le deboli (con Crotone, Benevento e Genoa gli altri episodi così così) si allontana dalla miglior versione di sé quando l’avversario si rintana.
Ch’è poi ciò che fa il Verona, denudando certa leggerezza nerazzurra e approfittandone per farsi esuberante in contropiede (Romulo, ma pure Cerci). Provoca insomma l’Inter, la penultima di A, consegnandole il possesso palla e sfidandola a muoversi abbastanza (Icardi maluccio) da indovinare il pertugio. A cosa servono i campioni, allora? A quella cosa lì: sbrogliare matasse. Come la seconda, dopo il rigore dell’1-1 assegnato tramite Var (fallo di Handanovic su Cerci) e trasformato da un Pazzini chiamato ancora in corso d’opera (dentro per Kean: dischetto e gol, il n.111 in A): ci pensa Perisic, lì, con un bolide (prima, traversa di Vecino) che libera l’ Inter da tutto, anche da quelle paure che non erano esattamente previste».