Inter: è un “badante” dell’est la vera fortuna di questa squadra

Miranda e Skriniar, la strana coppia

C’era una volta il Brasile, quello vero, quello che faceva fremere di ammirazione i calciofili di tutto il mondo per fantasia, talento, eleganza. E c’era una volta il capitano del Brasile; la star, la Naomi della passerella che i verdeoro mettevano in scena tutte le volte che giocavano. Il Renzo Piano della costruzione di qualcosa che sarebbe finito al 90mo ma sarebbe restato nei ricordi per molto tempo. Quella di fascia di capitano, ultimamente è spesso sul braccio del nostro Joao Miranda. Uno come Beckenbauer avrebbe avuto difficoltà nell’Atletico del Cholo Simeone, ex squadra di Miranda. E infatti Joao non è il Kaiser. Però uno che viene dai Colchoneros, nell’immaginario collettivo, è uno “coi marroni”, con la garra, col coltello tra i denti sempre e comunque. Miranda non è neanche questo, non è un invasato dalla garra, e crediamo che nessuno possa scandalizzarsi di queste note.

Joao come il suo Brasile

Cos’è dunque Miranda? Probabilmente è la sintesi del calcio brasiliano odierno, che ha perso la gioia di giocare di cui aveva il monopolio e non ha ancora trovato quel mix di schemi, fisicità, grinta oggi dominio di altre nazionali (Neymar a parte, ovviamente). E’ un ottimo professore delle superiori che non ha trovato il modo di diventare un luminare universitario. Il mercato estivo non ha permesso di portare a Milano un difensore centrale a prezzi di saldo, uno che potesse completare il reparto con lui, Skriniar e Ranocchia. Quando è arrivato il giovane slovacco, la sensazione generale era che Miranda sarebbe stato fondamentale nel fare da tutor al neo acquisto. Logico che fosse così: era l’esperienza che doveva dare certezze e tranquillità all’esuberanza giovanile dell’ultimo arrivato.
Era l’uomo di mille battaglie che doveva prendere per mano il novellino e accompagnarlo indenne nei meandri di San Siro e della sua complessa psiche.

Skriniar, il giovane “badante” di lusso

E invece sta succedendo l’esatto contrario. E’ Skriniar che sta accendendo di luce un reparto che sognava uno così dai tempi di Matrix e Samuel. Mentre Miranda balbetta, lui alza la voce (e non solo quella) per costruire quel muro che ogni squadra vincente deve avere. E’ Skriniar con la sua potenza, il suo tempismo, il suo senso della posizione che dà serenità al compagno più anziano. E quando il brasiliano va in difficoltà, cosa che ultimamente non è infrequente, c’è Skriniar a tendere il suo gambone per trarlo d’impaccio. Il giovane “badante” slovacco che aiuta e solleva il più attempato compagno di reparto rende bene l’immagine di questa strana coppia. Diciamolo a scanso di equivoci: nessun intento polemico con Miranda, nessun giustizialismo da divano davanti alla TV. Massimo rispetto per il centrale brasiliano. E l’auspicio più sincero che ritrovi alla svelta la sua vera dimensione. Nel frattempo ci pensa Milan….