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Internews, come ha fatto Spalletti a cambiare l’Inter

Indice dei contenuti

1 Record o non record grazie a Spalletti quest’Inter è visibilmente diversa da quella delle ultime stagioni, per molti aspetti2 Personalità3 Esperienza4 Fame di vittoriaRecord o non record grazie a Spalletti quest’Inter è visibilmente diversa da quella delle ultime stagioni, per molti aspetti

Quando Spalletti venne annunciato come nuovo allenatore dell’Inter l’idea alla base era chiara: personalità, esperienza, fame di vittorie

Proprio queste tre caratteristiche sono quelle che stanno cambiando radicalmente l’Inter e che lo hanno portato nella storia.

Da Mourinho in poi questa squadra ha sempre avuto il problema che quando le cose potevano andare male, nel pieno rispetto della legge di Murphy, andavano peggio.

Anche l’Inter di Mancini che sembrava solida dietro e cinica davanti ad un certo punto implose.

Personalità

La personalità di Spalletti è indubbia, ogni conferenza stampa e ogni intervista bisogna solamente aspettare quando il Mister deciderà di lanciare la “bomba”, come ieri quando disse

“Speriamo che questo palo non ci rubi il record di fortuna, perché ci tengo”

Davanti alle telecamere sfoggia uno scudo più grande di quello di Capitan America e difende tutti i giocatori, da Icardi a Nagatomo, e i risultati si vedono: l’Inter è forte e finalmente sembra rendersene conto senza diventare spocchiosa.

Esperienza

L’esperienza internazionale di un allenatore così si vede in questi momenti, è bastato inserire Cancelo e l’Inter non ha più subito le iniziative dell’Hellas.

Appunto l’esperienza è quella che serve quando in rosa hai solo due, massimo tre, giocatori che hanno calcato campi con la musica della Champions in sottofondo.

Nonostante la maggior parte dei giocatori dell’Inter debba ancora capire le dinamiche dell’essere una squadra al vertice ogni giornata sembra che l’Inter non sia mai “scomparsa”, che sia sempre stata lì a lottare con la Juve ed il Napoli.

Fame di vittoria

Perché Mancini, dopo le vittorie in Inghilterra, ne aveva meno; perché Pioli non l’ha mai avuta e perché, a dire il vero, è da Mourinho che non si vede un allenatore con “l’occhio della tigre”.

Una squadra che non ha fame non si riporta davanti due volte in un derby, non si riporta davanti dopo il rigore di ieri del Verona.

L’Inter resta una squadra molto emotiva e finché l’emotività verrà incanalata nei giusti binari i risultati saranno questi.

Quando, però, i risultati potranno iniziare a scarseggiare si vedrà la vera fame della squadra, guidata da un tecnico che di fame ne ha da vendere.