Inter Juve | Cinque anni fà l’Inter espugna lo Stadium ed entra nella storia
Indice dei contenuti
1 5 anni fà la storica vittoria allo Juventus stadium2 La premessa3 La partita4 Secondo tempo5 La musica cambia5 anni fà la storica vittoria allo Juventus stadium
Inter Juve | Sono passati 5 anni da quel 3 Novembre del 2012, consegnato alla storia per la prima sconfitta dopo 49 gare nel nuvo stadio dei bianconeri. Chiaramente, perchè il destino ha un ironia tutta sua, non poteva che essere per mano nostra quella sconfitta. La partita è stata decisamente particolare, solo come un Inter – Juventus può essere, daltronde dopo Barca – Real, credo sia la rivalità caliastica più accanita per due squadre che non giocano un derby. Lo stadium era diventato una vera e propria fortezza di quella Juve che aveva iniziato il suo percorso verso i 6 scudetti di fila.
L’Inter, d’altra parte era la solita Inter degli ultimi anni, confusa e in cerca di un nuovo equilibrio, societario e non. Per i bianconeri c’era Conte in panchina, anche se fuori per squalifica. Dilà c’era Andrea Stramaccioni. Un ragazzino di 34 anni che si era preso l’Inter, allenatore della primavera con cui aveva vinto tutto, Andrea era stato promosso in prima squadra l’anno precedente ed aveva convinto Moratti a puntare su di lui anche per la stagione successiva.
La premessa
La partita era all’11esima giornata, di fronte le due migliori della classe, la Juve con 31 punti al comando e l’Inter con 27 subito dietro. Arbitro della partita, Paolo Tagliavento: noo avrà pensato qualcuno, in effetti la fortuna con Tagliavento non è proprio dalla nostra parte. Qualche giorno prima della gara, Stramaccioni, con la sfrontatezza che hanno i giovani aveva chiamato i senatori della squadra nel suo ufficio. E se giocassimo a tre davanti con la Juve? silenzio nello studio, l’idea non era piaciuta troppo anche se c’era parecchia fiducia in quel giovane allenatore, 6 anni più giovane del capitano della squadra.
La situazione era rimasta un pò in sospeso ma Andrea, che è uno che segue sempre le sue idee, d’altronde non potresti essere a 34 anni laureato in legge, aver vinto tutto con la primavera ed essere allenatore dell’Inter se non sei uno che segue le sue idee, si presenta allo Stadium con il tridente. Palacio – Milito- Cassano. Scelta abbastanza criticata prima della partita, ma aveva ragione lui. E’ un pomeriggio strano, te ne accorgi subito, l’aria è particolare, la partita sta per iniziare e ti senti salire un brivido su per la schiena, ti domandi se le tue scelte in effetti sono state giuste o avresti fatto meglio ad essere più coperto, poi l’arbitro fischia e non c’è il tempo neanche di pensarci.
La partita
18 secondi, cosa può succedere in 18 secondi? poco. Tanto basta alla Juve per essere in vantaggio. Parte la palla, un paio di passaggio e Asamoah mette in mezzo un rasoterra per Vidal che appoggia comodamente in rete, con un fuorigioco su Asamoh grosso come una casa. Ecco fatto, oggi ne pigliamo 5, il commento di quasi tutti i tifosi, ed in effetti: sei allo Stadium, fortino imbattuto da 49 partite, contro la più forte del campionato e dopo 18 secondi sei sotto 1-0. Dopo 12 minuti c’è il rischio di essere sotto 3-0 e la fortuna un pò ci aiuta. L’Inter però, che è una squadra che sà soffrire per DNA, non si scompone più di tanto. Tine botta sull’assalto bianconero e piano piano comincia a giocare.
I tre davanti servono, l’azione della Juve non è brillante come al solito, non parte palla a terra dalla difesa, c’è qualcosa di diverso, ci sono due argentini e un italiano che fanno paura, molta paura. La patita comincia a diventare normale, si gioca, da una parte e dall’altra, Cassano ha anche una buona opportunità dal limite con la palla che esce di poco. Poi al 37° un altro episodio chiave, fallaccio di Lichsteiner su Palacio, lo svizzero, già ammonito merita l’espulsione ma Tagliavento decide che no, non è un intervento da giallo. Polemiche, polemiche a non finire con Conte che, da vecchia volpe, sostituisce subito il terzino perchè sà altrimenti che quella partita la Juve la finirà in dieci. Quell’episodio ha fatto girare la partita, perchè probabilmente i ragazzi da li in poi hanno tirato fuori tutto, perchè quella partita la volevano vincere. Fine primo tempo.
Secondo tempo
Quello che Stramaccioni ha detto ai ragazzi nello spogliatoio non ci è dato sapere, ciò che si sono detti i ragazzi non lo sappiamo. Quello che sappiamo è lo sguardo dei ragazzi nel secondo tempo. C’era qualcosa di diverso in quegli occhi, anche in quelli dell’allenatore, qualcosa era cambiato.
Vanno più forte i nostri ragazzi, non c’è nulla da fare, sono cattivi, di quella cattiveria giusta, di quella voglia che ti fà spostare le montagne. Partono veramente forte, ci prova Don Rodrigo all’inizio, con un paio di tiri su cui Buffon mette una pezza, e facciamo in tempo anche a vedere Nagatomo che salta nello stretto un paio di avversari e calcia in porta. Cosa ha fatto Nagatomo? eh si proprio quello che ho detto, è il segnale che questa squadra c’è ed è viva più che mai. Poi intorno al 60° succede una cosa strana: punizione dai 25 metri e Cassano invece di tirare la passa piano piano, rasottera a Cambiasso, colpo di tacco per Milito che sta per calciare e cade giù.
Urla, strepiti, maledizioni dei tifosi finchè non si vede Tagliavento indicare il dischetto, rigore? rigore. Marchisio quella maglia l’ha tirata troppo forte e per l’arbitro non ci sono stati dubbi. Và Milito sul dischetto, davanti ha quello che è il miglior portiere della storia probabilmente e tutto intorno uno stadio intero, un fortino bianconero che lo copre di fischi. Ma se sei un principe e 2 anni prima ha conquistato una fortezza come il Bernabeu vuoi che un fortino sia un problema? Palla perfetta, Buffon aveva anche intuito ma è troppo ben piazzato il tiro ed è 1-1.
La musica cambia
Ora la musica cambia, perchè l’Inter ne ha di più e si vede, e poi, come in tutte le storie c’è sempre l’aiuto del mago. Il mago in questo caso è un giovane romano seduto in panchina, che deve aver intuito qualcosa. Fuori Cassano dentro Guarin: mossa del giorno. Si perchè il Guaro è uno di quei giocatori che quando è in giornata non puoi prendere, è troppo forte fisicamente per stargli dietro ed è questo che deve aver capito Andrea, il Guaro c’è.
Un paio di minuti per ambientarsi e poi ruba una palla a centrocampo, salta un uomo con quella potenza esplosiva che ha solo lui e tira, Buffon c’è ma non riesce a tenerlo quel tiro, troppo forte, e chi vuoi che arrivi sulla palla? Lui, il principe, Diego Alberto Milito che quando c’è da fare la storia timbra sempre due volte. 1-2. I tifosi sono in estasi, ma attenzione perchè la partita non è finita: mossa di Conte.
Fuori un difensore, dentro Quagliarella, ma ormai la partita è nostra, si vede che i ragazzi hanno davvero qualcosa in più e infatti chiudono tutti gli spazi, la Juve non punge più. Al 90° la partita è ancora in bilico ma c’è lui, il terzo protagonista dell’attacco nerazurro. Nagatomo và sulla fascia, e va per davvero, arriva in area a tenta il cross che viene ribattuto, ma i nostri arrivano prima e Nagatomo quella palla la riprende e vede Palacio tutto solo sul secondo palo. Arriva una palla semplice, ma Palacio è solo e deve solo metterla dentro. 1 -3. La partita è finita, il fortino è caduto ed è caduto proprio per mano dei nemici più odiati.
La stagione finirà in maniera infausta per l’Inter e per Stramaccioni, un 9 posto ed un inter falcidiata da infortnui. La Juve vincerà lo scudetto ma quella rimarra per sempre una delle partite più belle dell’Internazionale football club Milano. Rimarra alla storia come la prima sconfitta della Juve in quel fortino, preso e conquistato da un Principe passato alla storia come vero e proprio RE del popolo nerazzurro.