Inter, focus Attacco: Cosa manca al 4-2-3-1 di Spalletti?
Indice dei contenuti
1 Analisi del repato avanzato nerazzurro2 Il trequartista3 Le ali ed i movimenti4 Il concetto a 360 gradi Analisi del repato avanzato nerazzurro
Inter, focus attacco | Dopo difesa e centrocampo chiudiamo il cerchio dei focus sui reparti nerazzurri con quello offensivo. Il pareggio di ieri offre il fianco ad esempi pratici per l’analisi del reparto offensivo nerrazzurro. In questa analisi verrà, per forza di cose coinvolto anche un pò di centrocampo. Partiamo dal principio, il modulo di mister Spalletti, il 4-2-3-1. Questo modulo, scelto e mai cambiato dal tecnico nerazzurro ha offerto ottime prestazioni e non è stato mai cambiato, ma ieri, ha evidenziato delle lacune. Facendo un’analisi tattica partiamo da ciò che è più evidente: La mancanza di un trequartista puro.
I tempi di gioco dell’Inter in questo inizio di stagione sono stati per la maggior parte delle volte adattati a ciò che offriva l’avversario. si è evidenziato come in effetti nella formazione di Spalletti manchi un riferimento centrale che detti i tempi di gioco e possa aiutare la manovrà offensiva. Tre sono stati i giocatori adattati in quel ruolo: Borja Valero, Brozovic e Joao Mario.
Il trequartista
I tre nomi fatti sopra sono giocatori con caratteristiche diverse, ma nessuno ha le doti proprie di un trequartista. Borja Valero dal derby è quello che ha ricoperto di più quel ruolo e lo ha fatto egregiamente, la partita di ieri però ha denotato una lacuna nel gioco dello spagnolo. Un trequrtista dovrebbe anzitutto dettare i ritmi di gara, e questo Borja lo fà, lo fà però nelle partite in cui il ritmo è blando. Ieri, oltre ad un ritmo alto di livello il Toro ha messo Rincon, giocatore molto fisico, a uomo sullo spagnolo e Borja è sparito dalla partita. Valero è un giocatore molto tecnico è ha grande visione di gioco ma, per età o per caratteristiche soffre terribilmente la fisicità degli avversari.
Non è un caso che, dopo l’ingresso di Eder ed il suo spostamento sulla mediana, nonostante l’ora di gioco (Borja cala sempre dopo l’ora) sia salito di livello. Ha avuto modo di ragionare, di impostare senza il fiato sul collo di Rincon. Joao e Brozo, hanno più fisicità ma non ricoprono il ruolo di trequartista alla perfezione, il primo è uno che sfrutta bene gli spazi, ma non costruisce bene con le squadre chiuse, il secondo è sempre un terno al lotto. La figura del trequartista è centrale in questo particolare modulo, e, ad oggi, nell’Inter non c’è un giocatore che per doti tattico-tecniche riesca a ricoprirlo alla perfezione.
Le ali ed i movimenti
Le ali dell’Inter, Perisic e Candreva, sono due ottime ali ma sono giuste per un 4-2-3-1? Partiamo con una premessa importante: le ali del 4-2-3-1 devono saper essere attacanti. Candreva e Perisic sono due ali vecchio stampo, sono ali prestate al ruolo di attaccanti esterni. Sono due i punti fondamentali di questa analisi, il primo è la costruzione dell’azione, il secondo è la conclusione. Per quanto riguarda la costruzione, P&C cercano sempe il fondo, cercano sempre il cross e non si accentrano quasi mai. Cercando sempre il cross Icardi si ritova inevitabilmente da solo in area. il secondo punto, la conclusione dell’azione è strettamente legata al primo. Prendiamo una statistica: 12 dei 19 assist di Perisic sono stati per Icardi.
Non è una statistica da sottovalutare. Il discorso è simile per entrambe le fasce: quando si arriva al cross, Icardi è in area ed è sempre solo a fare a sportellate con i difensori. Candreva e Perisic per caratteristiche, quando il cross arriva dall’altra fascia rimangono sul vertice dell’area. Non attacano il centro, non prendono il secondo palo quando Icardi taglia sul primo e non essendoci un trequartista che aiuta l’attaccante i cross, o li prende Icadi, o si perdono sulla fascia opposta.
Da destra si perdono di meno, perchè Perisic è più attaccante di Candreva, ma sulla sinistra quella statistica, quel PerisictoIcardi ci dice proprio questo. Il discorso è spiegabile con due gol. Il gol di borja a Verona, e quello di Eder contro il torino. In entrambe le azioni vediamo che c’è un uomo in area che attacca la porta. Nel primo Icardi con il taglio si è portato dietro due uomini e Borja comodo comodo ha messo in rete, nel secondo Eder ha preso posizione in area ed Icardi è stato fenomenale nel cercare il compagno. In questo modo si crea superiorità numerica in area, si portano fuori gli uomoni e si riesce ad aprire quelle difese che restano chiuse.
Il concetto a 360 gradi
Il concetto è molto semplice: il 4-2-3-1 è una catena di montaggio dove ognuno deve fare il proprio ruolo. Chiaro che Dalbert e Cancelo dovranno dare una mano, essendo giocatori con caratteristiche offensive, possono creare superiorità sulle fasce e permettere l’accentramento degli esterni alti. Però, il discorso è un discorso di movimenti, Icardi fà i suoi movimenti in area alla perfezione ma se non è aiutato rimane sempre difficile essere pericolosi. C’è bisogno che il trequartista cominci ad offrire una mano in fase di attacco. C’è bisogno che gli esterni comincino ad accentrarsi ed attacare la porta quando l’azione si sviluppa dall’altro lato.
Un esempio pratico potrebbe essere questo: cross di Candreva, Icardi attacca il primo palo, Perisic il scondo ed il terzino largo per il contro cross. Il trequartista al limite dell’area pronto a raccogliere le sponde. Spalletti dovrà lavorare su questo e tanto per far rendere al meglio l’Inter, ed il lavoro si sta in effetti vedendo piano piano, ma ancora non basta. Manca qualcosa ancora a questo modulo per girare al meglio. Questione di movimenti e di tempo? o questione di uomini?