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Suning: la cultura del sospetto è un buon segnale…siamo tornati a dare fastidio!

Indice dei contenuti

1 L’analisi del Corriere della Sera2 E allora? L’economia funziona così3 Il prezzemolo lo usano tutti4 Dove si vuol andare a parare?5 La cultura del sospetto6 L’Inter e Suning danno fastidioL’analisi del Corriere della Sera

L’inserto economico del Corriere della Sera presenta oggi un’analisi dettagliata dell’impero di Zhang Jindong, ricostruendo l’impero societario del magnate cinese. Sulla base di un ragionamento complesso e a nostro avviso non condivisibile, si tende a dimostrare la scarsa trasparenza che caratterizza i rapporti tra il gruppo imprenditoriale cinese e l’Inter. “Da un anno e mezzo la proprietà dell’Inter viene costantemente associata alla Suning Commerce Group, come se la società milanese fosse una controllata del commercio di materiale elettronico… Non è così ,per il fatto che l’Inter fa capo a Zhang attraverso la cassaforte Suning Holdings Group, con l’appoggio azionario, secondo alcune fonti di alcuni suoi fedelissimi riuniti nella Suning Appliance Group”.

E allora? L’economia funziona così

Bene, ma…di che parliamo? Tutti i gruppi industriali di maggior rilevanza mondiale sono organizzati così, con una holding che controlla, direttamente o indirettamente, tutte le società sottostanti. Società che si diversificano per le attività svolte in diversi settori produttivi o anche per il solo brand da commercializzare. Società che utilizzano alleanze strategiche per creare e gestire altre società in altri settori. Gli esperti del settore parlano, con una brutta immagine, di “scatole cinesi”, non in riferimento alla location della azienda ma come albero della strutturazione societaria che evidenzia quali sono le società e gli intrecci azionari tra di loro. Il modo di fare economia ad altissimo livello è organizzato così in tutto il mondo e al Corsera Economia queste cose le sanno bene.

Il prezzemolo lo usano tutti

Dove sta il problema? Nel fatto che il marchio Suning “viene usato come prezzemolo”? Ma scusate signori del Corriere, in cima all’albero delle proprietà non c’è sempre Zhang Jindong? Cioè Mr.Suning? Dove sta la differenza rispetto agli altri esempi riportati nel brano? E’ lo stesso autore che parla della proprietà della Juventus di Exor, cassaforte degli Agnelli, e non direttamente di Fiat Chrysler. E’ ovvio che poi sulla stampa e nell’opinione pubblica, tutti parlano di Fiat proprietaria di Juventus, ma è una banale semplificazione del gergo degli sportivi, degli addetti ai lavori. Non tutti coloro che frequentano gli stadi leggono il Sole 24 ore o lavorano nelle redazioni economiche dei media. E dunque se la Juve è di Fiat, l’Inter è di Suning, dove sta lo scandalo, dove sta il prezzemolo? E se le quote dello Jiangsu di Capello non sono di Suning direttamente ma di un’ società di cui Zhang ha il 48% cosa dovrebbe significare? Cosa c’entra con l’Inter?

Dove si vuol andare a parare?

Insomma, con questi riferimenti, dove vuole andare a parare il Corriere? Non si capisce.
A meno che l’unico scopo non sia quello di gettare una qualche ombra sulla proprietà nerazzurra, visto che tante ne circolano su quella rossonera, come anche l’articolo conferma (“Yonghong Li, il cinesi di Hong Kong che ha, o forse rappresenta, la proprietà del Milan”). Della serie mal comune mezzo gaudio. Se è così, poco male, la voce del Corsera si perde nel “mare magnum” delle notizie che smuovono polvere e basta. Ma, come sempre, il dulcis sta in fundo.
Quando l’articolo presenta i ricavi del gruppo Suning, 54 miliardi, secondo gruppo privato in Cina per volume d’affari, si dice che la cifra è confermata dalla Federazione cinese dell’Industria. Salvo poi aggiungere “Bisogna fidarsi però, perché non è chiaro da dove arrivi quell’Everest di ricavi”.

La cultura del sospetto

Da lettori attenti e non solo di calcio, conosciamo l’antico modo di fare informazione, basato sul dire e non dire, sull’instillare nel lettore il tarlo del dubbio, del possibile orco malvagio nascosto in ogni angolo, sulla cultura del sospetto. Ed è un’operazione oltremodo facile quando si affrontano argomenti così complessi, non alla portata di tutti.
E allora ci viene un dubbio.

L’Inter e Suning danno fastidio

L’Inter in queste ultime settimane è tornata a dare fastidio a molti, in campo e fuori. Forse a troppi. I risultati della squadra sono ben diversi da quelli degli scorsi anni, la proprietà è pronta ad investimenti giganteschi nelle infrastrutture che daranno lustro da top club e risolveranno qualche problema anche al Comune di Milano. Si pensi solo al progetto di recupero della zona di Piazza d’Armi per la costruzione della cittadella nerazzurra oppure allo stadio.
Non c’è dubbio, l’Inter e Suning danno fastidio. Dunque ogni occasione è buona per menar randellate mediatiche o sospetti (che talvolta feriscono più delle legnate). E’ un venticello che lasciamo scorrere nella pianura dell’indifferenza più completa e pensiamo che la società faccia bene a fare altrettanto.
Meglio tornare alla pagina sportiva va…
Fonte: Corriere.it Economia