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Hernanes: il senso dell’humor non gli manca, all’Inter si ringrazia ancora la Juve

Le parole dell’ex nerazzurro

“Er Profeta” Hernanes, oggi gioca in Brasile al San Paolo.
L’ex interista ha rilasciato un’intervista alla testata carioca Lancenet. Ecco cosa ha detto: “Se penso al Mondiale? Sì, non ho mai smesso di pensare alla Seleção, è sempre stata un mio obiettivo. L’Italia? Alla Juventus ho giocato poco più di un anno improvvisato come mediano, ruolo che non mi piace e mi sono un po’ pentito di avere accettato, ma l’esperienza mi è servita per crescere, nel calcio si impara sempre. All’Inter invece giocavo da trequartista e ho fatto molto bene, tanto che la Juventus mi ha acquistato. In Cina ho giocato in una posizione ancora diversa rispetto alle mie precedenti esperienze, mi sono adattato e poi ho deciso quale sarebbe stata la posizione per rendermi utile. Tatticamente ho vissuto varie situazioni, ma fa tutto parte della mia storia”. Che all’Inter abbia fatto molto bene è una rivelazione per molti, quando vestiva la maglia nerazzurra in pochi se ne sono accorti. Sicuramente un buon giocatore, che nell’anno e mezzo trascorso a Milano ha giocato una quarantina di partite con sette gol, ma niente di più.

E poi arrivò la Juventus…

Come spesso accade negli ultimi anni, l’unico che ancora può a ragione dirsi davvero soddisfatto di quella vicenda è il patron della Lazio Lotito. Riuscì a strappare la non indifferente sommetta di 22 milioni di euro all’allora Presidente nerazzurro Thohir per la cessione del brasiliano. Se a Roma Hernanes si era conquistato un posto nel cuore dei tifosi biancoazzurri, a Milano tutto fu più difficile e la scintilla non scoccò. Certamente non è capitato nelle stagioni più fortunate per la società e per la squadra nerazzurra, ma di sicuro “er profeta” non ha lasciato ricordi indelebili.
Poi arrivò la Juventus che, con grande sorpresa di tutti, si fece avanti per prenderlo. 14 milioni all’Inter, fu evitata anche la clamorosa minusvalenza per la gioia del contabile nerazzurro. Non furono pochi i tifosi che quel giorno accesero un cero a San Beppino Prisco.