Inter, ha parlato Roberto Mancini
Roberto Mancini ha parlato della sua Inter ai microfoni del Corriere dello Sport. Ha risposto a tante domande, svelando retroscena clamorosi. Ma andiamo con ordine. Sul campionato che sta facendo fino ad ora la squadra di Spalletti, ha risposto così: “Non mi sorprende perché sapevo che era solo una questione di tempo perché tornasse in alto. Abbiamo costruito una base importante che sarebbe migliorata anno dopo anno. Luciano sicuramente è un allenatore bravo ed esperto che ha giocatori importanti. I meriti vanno divisi tra tutti”. Sulle possibilità di Scudetto per i nerazzurri, è stato chiaro: “Se si troveranno la in alto verso la fine, potrà lottare per lo Scudetto”.
Dybala e Hamsik potevano essere nerazzurri
Dybala all’ Inter? Adesso è Fantamercato. C’è stato un momento però in cui il talentuossissimo argentino e la squadra allora allenata da Mancini sono stati davvero vicini. Ecco le parole del tecnico jesino a tal proposito: “Con il Palermo l’affare era già fatto, bastava alzare l’offerta. Se metti sul tavolo 25 milioni e te ne chiedono 35, per un giocatore così un sacrificio va fatto e stop. Si vedeva lontano un miglio che sarebbe diventato un campione. E può migliorare ancora molto. Bisognava solo avere il coraggio di anticipare la Juventus. Mi è dispiaciuto non allenarlo perché è uno che fa divertire”. Parole che lasciano l’amaro in bocca ai tifosi nerazzurri. Lui e Icardi davanti sarebbero stato per distacco l’attacco più forte della Serie A. Su Hamsik, invece, aveva messo gli occhi già quando era a Brescia. Ha detto, sarcastico: “Lo volevo portare all’Inter già quando era al Brescia. Pensavo sarebbe diventato fortissimo, mi sbagliavo?”.
I motivi del suo addio
L’addio di Mancini all’ Inter datato luglio 2016 è stato uno shock per i tifosi nerazzurri. Con queste parole ha provato a spiegare cosa non ha funzionato in quell’estate cruciale per i destini interisti: “La preparazione fisica la stavamo facendo bene, altroché. Il problema sono state le amichevoli. Troppi spostamenti, allenamenti troppo frastagliati… Insomma, certe partite per prendere i pochi soldi che abbiamo preso non avremmo dovuto giocarle”. Però l’attuale tecnico dello Zenit non ha rimpianti: “A volte in un processo di crescita si commettono degli errori e si fanno delle scelte sbagliate, ma si vedeva che la squadra c’era. Il mio lavoro è stato lasciato a metà come quello di tutti i tecnici esonerati, ma mi fa piacere che l’Inter sia di nuovo in alto”.