Indice dei contenuti
1 Nazionale: il capitano chiede il sostegno dei tifosi2 Un capitano che non unisce più3 Immagine di un passato che non c’è più4 Perché non Insigne?Nazionale: il capitano chiede il sostegno dei tifosi
Oggi conferenza stampa degli azzurri prima dei 90 minuti di domani da dentro o fuori con la Svezia.
Alle domande dei giornalisti hanno risposto il CT Ventura ed il capitano Buffon, che in un passaggio ha detto:
“Mi piacerebbe ed emozionerebbe se chi verrà allo stadio svestisse i colori del proprio club per vestire soltanto l’azzurro che ci accomuna.
Dovremmo essere noi a trascinare il gruppo, ma spero che non ci si avvicini a questa gara con spirito critico. Non vorrei sentire fischi domani allo stadio, ma mi piacerebbe che tutti tifassero per noi“.
Il portiere azzurro sa che questa Nazionale non è amatissima dalla gente. Sa che il tifo per la propria squadra spesso condiziona e annulla quello per la maglia azzurra.
E’ giusto? Non e’ giusto? Ognuno ha la sua risposta, la sua ricetta, anche perché in questo campo domina la sensibilità individuale, come è giusto che sia.
Un capitano che non unisce più
Al di là della fascia da capitano, sul braccio del portiere per età e presenze in azzurro, per chiedere sostegno e affetto al pubblico è necessario non solo il talento (ormai incrinato dall’età) ma soprattutto l’empatia con la gente e con i tifosi, la credibilità dell’uomo che sta al di sopra delle passioni, l’autorevolezza dell’elemento simbolico in cui tutti possono riconoscersi.
Caratteristiche che Buffon ha gradualmente perduto nel tempo, per il passare del tempo e non solo.
Buffon nell’opinione dei tifosi è diventato, più che mai negli ultimi tempi, non un elemento che unisce e cementifica il sentimento nazional-popolare, ma un simbolo di divisione, di parte.
Dunque forse non il giocatore più indicato per chiedere l’unità dei tifosi a sostegno degli azzurri.
E anche per questo ci sarebbe da chiedersi come viene gestita la comunicazione dallo Staff azzurro.
Immagine di un passato che non c’è più
Secondo uno schema classico, Buffon sarà stato mandato in conferenza stampa in qualità di capitano, quindi come massima espressione tecnica della squadra che domani affronterà una prova decisiva.
Decisiva per il mondiale 2018 e per il prestigio dell’intero movimento. E decisiva anche per la storia del calcio azzurro, perché gli azzurri non sono stati presenti alla fase finale dei mondiali in due sole altre occasioni, nel 1930 e nel 1958.
Ma è inutile girarci intorno, Buffon non è solo il capitano.
E’ anche l’immagine di un passato attaccato a sé stesso, al mondiale del 2006 ormai troppo lontano, ad una nobiltà sempre asserita ma mai consolidata da successi concreti in campo internazionale da 10 anni a questa parte.
L’immagine di gruppo storico, quello della Juventus, protagonista di mille battaglie, ma che ora, nella logica della Nazionale, viene percepito dalla gente come un bagaglio ingombrante.
Un concentrato di personalità sicuramente forti a parole, davanti ai microfoni e magari anche negli spogliatoi dei loro club e della nazionale, ma che in campo non fanno più la differenza come una volta.
Perché non Insigne?
C’è odore di stantio in questa nazionale. C’è odore di gente che si ritiene intoccabile nonostante le magre figure cui ha costretto il simbolo azzurro negli ultimi periodi. In campo e anche nei vertici direzionali.
Dunque lo Staff della comunicazione azzurra, così come Ventura domani sera, poteva dare un segnale diverso?
Il segnale poteva essere Lorenzo Insigne davanti ai microfoni insieme al CT Ventura. Insigne come espressione di quel gruppo di ragazzi ormai maturi per assumersi tutte le responsabilità, anche quella di metterci la faccia davanti ai tifosi.
Insigne, per il momento di eccezionale rendimento che sta vivendo lui come singolo all’interno di un Napoli splendido capolista della serie A, sarebbe stato a nostro avviso il giocatore più indicato per chiedere l’affetto degli italiani, dei tifosi tutti, indistintamente.
Lorenzo Insigne come elemento che, comunque vadano le cose con la Svezia, sarà uno dei pilastri della Nazionale del domani.
I tifosi, ne siamo convinti, avrebbe apprezzato.