Dalla Fornero a Buffon, quando i potenti piangono con il c**o nostro
Indice dei contenuti
1 Le lacrime di Buffon…2 E quelle della Fornero3 Lacrime vere solo quelle dei tifosi4 E invece De Rossi…5 Perché aspettare l’apocalisse per un atto di generosità?6 Noi siamo professionistiLe lacrime di Buffon…
Quando tutti dicono la stessa cosa, quando tutti spingono dalla stessa parte, qualcuno che vada controcorrente, qualcuno che non si allinei al pensiero dominante o all’emozionalismo dilagante (non all’emozione, che è una cosa diversa) e tenti di dare una lettura onesta ma diversa, ci vuole.
Proviamoci.
Le lacrime di Buffon di ieri sera stanno facendo il giro del mondo.
Non è la prima volta. Ha pianto poche settimane fa alla consegna dei premi FIFA, ha versato lacrime amare dopo Cardiff, così come pure dopo i rigori con la Germania che ci eliminò dall’Europeo lo scorso anno.
Ha la lacrima facile il portierone azzurro, sia per le cose belle che nelle sconfitte.
E quelle della Fornero
Ci ha ricordato un’altra persona che fece un pianto storico in televisione, l’ex Ministro Fornero, quando dovette annunciare la riforma delle pensioni del dicembre 2011.
“Ci è costato tanto, anche psicologicamente chiedere un sacrificio agli italiani…” e giù un pianto irrefrenabile in conferenza stampa. A sottolineare quanto il suo cuore di ministro soffrisse nel comunicare agli italiani gli anni, per l’appunto, di lacrime e sangue che li attendevano.
Ovviamente sia le lacrime che il sangue erano della gente, mica della Ministra.
I pianti veri li hanno fatti negli anni successivi coloro che hanno visto allontanarsi la pensione quando la stavano toccando con una mano. O le migliaia di esodati che sono stati mesi, anni, senza ricevere né stipendio né pensione a causa di calcoli sbagliati.
Lacrime vere solo quelle dei tifosi
E anche nel calcio, ci perdoni Buffon, crediamo che le uniche lacrime vere di ieri sera siano state quelle dei tanti tifosi giunti al Meazza con il cuore gonfio di speranza.
Sogno spezzato da una prova degli azzurri solo generosa ma confusionaria al limite dell’intollerabile per le qualità in campo.
E la disperazione vera crediamo sia quella dei milioni di spettatori alla TV che hanno pregato, imprecato, smoccolato, sperato, su ogni pallone sbagliato dagli azzurri, su ognuno dei 1289 cross inutilmente messi in area contro una squadra di corazzieri.
E invece De Rossi…
Quanto appaiono più sincere le poche parole di De Rossi!! In quel “Ma che ca**o c’entro io, dovemo vince non pareggià’” indicando Lorenzo Insigne, c’è tutta la passione autentica del centrocampista giallorosso per la nazionale.
C’è il riconoscimento profondamente umano, generoso, dunque straordinariamente nobile, dell’ impossibilità di fare l’ultimo miracolo di un padre roso dagli effetti del tempo, che soffre maledettamente per non poter aiutare il giovane figlio.
Buffon si mai è reso protagonista di un episodio simile?
Quando mai ha anteposto l’interesse della nazionale al suo (legittimo per carità) orgoglio di giocare il sesto mondiale?
Diversamente da De Rossi, lui ieri sera, a 40 anni, si è sentito ancora insostituibile, un unto del Signore eterno ed immarcescibile.
Perché aspettare l’apocalisse per un atto di generosità?
Per quale motivo non ha fatto un passo indietro per lasciare spazio a Donnarumma o a uno degli altri giovani?
E Chellini, Bonucci, Barzagli perché non hanno mai detto una parola come quelle di De Rossi?
Gente che ha dato tanto al calcio azzurro, non c’è dubbio.
Ma anche gente che dopo mille anni di vittorie e poche sconfitte ha la pancia piena e i riflessi annebbiati dall’età.
Perché non ammettere che il loro tempo era finito e che era meglio se a giocarsela fossero stati altri con più fame di vittoria?
E perchè aspettare una figura così dolorosa per tutto il calcio italiano per chiamarsi fuori?
Noi siamo professionisti
Provate a fare loro queste domande, la risposta sarà sempre la stessa, “siamo professionisti seri, quando il CT chiama la vecchia guardia deve rispondere presente per aiutare i giovani, per stimolarli in queste partite decisive, per mettere a disposizione la nostra esperienza”… e via dicendo… .
Dopo le lacrime, il ritorno a casa, un’occhiata al macchinone parcheggiato in giardino, una controllata all’estratto conto… e oplà…meglio di un ricostituente!