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Gian Piero Ventura, l’emblema di un paese che non funziona

Gian Piero Ventura, ieri lo hanno aspettato tutti in conferenza stampa con le dimissioni in mano e invece no: ancora nulla

Gian Piero Ventura poteva fare la prima cosa giusta da quando ha preso la nazionale dopo l’Europeo: consegnare le dimissioni in conferenza stampa

Non è mai giusto trovare un capro espiatorio, anche se spesso è la cosa più semplice da fare.

Allo stesso tempo, però, è giusto che gli uomini facciano gli uomini quando conta.

Tre anni fa, all’uscita dal mondiale, si dimisero tutti senza nemmeno aspettare un secondo: oggi invece le parti in causa devono incontrarsi.

Chissà per cosa poi, se non per parlare di ingaggio e di accordi economici.

Così non funziona

Il CT dell’Italia lo stipendio non dovrebbe nemmeno considerarlo: già l’opportunità di guidare quelle maglie e questa nazione dovrebbe bastare.

Ma ancora, dopo un fallimento del genere le dimissioni sarebbero state un gesto di decenza che a quanto pare non appartiene a questo paese.

Peggio ancora, alla domanda se il CT si sentisse in dovere di chiedere scusa agli italiani gli occhi di Ventura sono girati come quelli di chiunque quando la moglie gli chiede di andare all’Ikea. Non lo accetto.

Per coloro per i quali l’Italia è tutto ci vuole rispetto. Per quelli che la vita la vivono una domenica alla volta ci vuole rispetto. Per gli ottantamila che ieri a San Siro hanno assistito al momento più basso della nostra storia ci vuole rispetto.

Magari oggi arriveranno le dimissioni di tutti, magari arriveranno domani o magari non arriveranno mai.

Sarà comunque troppo tardi. Un uomo eccezionale le dimissioni le avrebbe già consegnate al termine del Bernabeu, un uomo vero le avrebbe consegnate ieri all’inizio della conferenza stampa.

Nella speranza che Ventura ci dimostri di essere un uomo per davvero e non solo uno che per caso si è trovato in quella posizione e che già che c’è spreme ciò che può.