Il quotidiano Libero pesantissimo contro Buffon
Il quotidiano Libero bacchetta pesantemente Gianluigi Buffon, facendo riferimento alla sue lacrime. Una stoccata durissima nei suoi confronti.
L’ormai ex portiere dalla nazionale è uscito in lacrime dal campo, molti le hanno interpretate come lacrime da coccodrillo, altri no. Resta il fatto che ha lasciato il portiere che ha fatto la storia del calcio italiano e non solo. Sicuramente non è l’epilogo che meritava un campione di questa portata. Le lacrime versate, sono oltre alla mancata qualificazione, anche per il suo addio ai colori azzurri.
L’attacco di Libero
“Cazzo piangi, Gigi, o meglio, come da oggi dovremmo ribattezzarti, PianGigi Buffon? Il tuo pianto l’altro ieri, dopo l’eliminazione e umiliazione dell’Italia, qualcuno potrebbe anche romanzarlo e leggerlo poeticamente come faceva Umberto Saba allorché cantava del «portiere caduto» e del «compagno in ginocchio che scopre pieni di lacrime i suoi occhi». Ma noi no, ché non c’è epica nel tuo finale, ché il pianto si riserva a epiloghi gloriosi, a scontri tragici e persi in modo ingiusto, a battaglie eroiche combattute fino in fondo, dove mancò la fortuna ma non il valore. Non si riserva, il pianto, a chiusure piene di grottesco, a trame per cui sarebbe meglio, al calare del sipario, il Fischio, lo Sberleffo e perfino lo Spernacchio. No, non c’era Tragico nel dramma nazionale recitato due giorni fa a San Siro, semmai il Farsesco e un toccò di Melò, con scena strappalacrime in extremis per commuovere gli astanti, e niente catarsi, perché in fondo solo una buffa e goffa beffa si era consumata. No, non ce ne facciamo niente di chi Chiagne e Sfotte, di chi fa la faccia triste prima di combinarla grossa come la Fornero, o di chi si dispera dopo aver combinato un bel pasticcio. Ci fanno rabbia le tue lacrime, Buffon. Un portierone, un numero 1, di fronte all’ignominia, o smette di piangere o smette di giocare. E invece adesso dello psicodramma nazionale resta solo la scenetta di un piangina, che rende il tutto un Mistero Buffo.O meglio,Buffon”.
Fonte: Libero