Indice dei contenuti
1 Inter: evitato il trappolone2 Primo tempo con pochi spunti3 Nella ripresa vola Maurito4 Finalmente Miranda ok, insieme a tutti gli altri5 Icardi fuori quota6 Spalletti l’aveva già vistaInter: evitato il trappolone
Nessun trappolone a San Siro stasera, tre punti dovevano essere e tre punti sono. Passaggio importantissimo, perché da stasera la Juventus sta dietro e , soprattutto,si allontana la quinta, la Lazio a cinque lunghezze anche se con una gara da recuperare. Spalletti era stato onesto ieri. Pochi avevano ben interpretato le sue parole a proposito di Santon. Non erano parole di elogio, era adrenalina per un giocatore che già sapeva di essere nell’undici di partenza di stasera.
L’ex bambino, schierato al posto di Nagatomo per alzare la capacità di reggere alla fisicità degli oro-bici, non ha per niente demeritato. Gara attenta, senza lampi particolari ma anche senza fronzoli, senza sbavature. Un giocatore che può dirsi ritrovato, un’alternativa in più per Spalletti.
Primo tempo con pochi spunti
Il primo tempo non ha offerto spunti entusiasmanti, se si eccettua il tracciante con cui Borja Valero ha lanciato Icardi verso l’area atalantina. Un paio di sportellate per far fuori i difensori ed un rigore in movimento calciato in bocca a Berisha. Poco dopo una schizzata di testa troppo larga sempre di Maurito su una palla non semplice. L’Inter dei primi 45 minuti è tutta qui. Nessun regalo agli uomini dell’ex Gasperini, ma diversi errori di misura, anche su passaggi banali, che hanno inibito possibili ripartenze o favorito recuperi avversari. Probabilmente frutto della tensione del risultato da raggiungere ad ogni costo, della voglia di infiammare il pubblico del Meazza. Sull’altro fronte, Atalanta mai pericolosa se si eccettua una conclusione dalla media distanza di Hateboer ben controllata da Samir, ma scesa in campo con una aggressività spaventosa, che in certi momenti sembrava mettere in soggezione i ragazzi di Spalletti, incapaci di ripartire.
Nella ripresa vola Maurito
La ripresa suona tutt’altra musica. L’Atalanta non aveva mai preso gol su palla inattiva. Bene ora non lo dicono più. L’incornata di Icardi sulla punizione perfetta di Candreva è un raggio laser che scende su San Siro e spacca la gara come un melone. Passano nove minuti e il ragazzo con la testa a posto la usa per un altro capolavoro, confezionando una spizzata sul cross di D’Ambrosio che lascia Berisha di stucco. Game over, o giù di li. L’Atalanta non ne ha più, prova a portare a casa quello che l’Inter gli lascia. Briciole o poco più, un paio di tiri da lontano, nessuno dei quali nello specchio . Handanovic nel secondo tempo poteva prendersi cappuccio e cornetto senza paura di essere impensierito.
Finalmente Miranda ok, insieme a tutti gli altri
Dopo tante critiche una partita da applausi per Miranda, quello vero, il capitano della nazionale brasiliana che i tifosi avevano osannato nel suo primo periodo nerazzurro. Quello visto fino a 15 giorni fa doveva essere un cugino sfigato al confronto di quello di stasera. I portatori d’acqua del centrocampo Gagliardini e Vecino hanno fatto il loro come sempre, forse più di sempre vista l’aggressività dei nerazzurri bergamaschi. Anche da loro tante palle recuperate, tanta generosità. Qualche errore di misura senza dover gridare allo scandalo. Skiriniar? Ormai diventa quasi noioso evidenziare il rendimento over the top di questo ragazzo.Tutti gli altri sopra la sufficienza piena, anche se da Perisic è lecito attendersi più concretezza negli nella metà campo avversaria. E poi due fuori quota.
Icardi fuori quota
Icardi ha avuto 5 palloni giocabili, due li ha messi nel sacco, con gli altri ha rischiato la cinquina clamorosa.
Ormai ci sono rimaste poche parole per descrivere quanto sia decisivo in questa squadra. E quanto sia cresciuta la statura di goleador di livello, ormai possiamo dirlo, mondiale. Chi ancora lo critica metta vada a rivedere i due gol di stasera per capire quanto sia difficile crearsi le condizioni per anticipare sul tempo difensori magari più alti 10 cm di lui. Quando i cross dalle fasce arrivano come stasera è come vedere un uccello meraviglioso che apre le ali e vola, vola, fregandosene di tutto quello che gli succede intorno, perché in quei pochi metri il padrone del cielo e dell’aria è lui.
La standing ovation che il mister gli ha fatto prendere alla fine è forse poco per quello che ha fatto in questa serata difficile e importantissima.
Spalletti l’aveva già vista
L’altro fuori quota ovviamente è Spalletti. Nella conferenza stampa di ieri aveva previsto con eccezionale lucidità lo sviluppo della gara odierna. Sapeva dove stavano i pericoli e come affrontarli. L’impiego di Santon ne è stata la fotografia più lampante. Poche parole, sempre le stesse, sacrificio, professionalità, rispetto della maglia e del pubblico meraviglioso di San Siro. Ormai è un mantra il suo, ma i risultati stanno arrivando copiosi. Modestia, consapevolezza, uno spirito di gruppo feroce, l’Inter di quest’anno è questa.
E ora sotto con Cagliari e Chievo.