Indice dei contenuti
1 #Inter110, la nuova iniziativa del club2 La storia di Lorenzi3 Il soprannome ‘Veleno’4 Il limone nel derby di Milano5 Un rigore alle stelle6 L’ammissione di Lorenzi#Inter110, la nuova iniziativa del club
#Inter110, questo è il nuovo hashtag usato dalla società nerazzurra per una nuova iniziativa lanciata proprio nella giornata di oggi. Mancano 110 giorni al compleanno dell’Inter e fino a quel giorno, il club nerazzurro racconterà una storia al giorno di un grande campione che ha fatto innamorare il pubblico. Si parte con Benito Lorenzi, detto ‘Veleno’.
La storia di Lorenzi
La prima storia, raccontata sul sito ufficiale della società, è legata a Benito Lorenzi, attaccante dell’Inter negli anni cinquanta. Nato a Buggiano il 20 dicembre 1925, arriva all’Inter nel 1947 per 12 milioni dall’Empoli. In nerazzurro totalizza 142 reti in poco più di 300 presenze, vincendo due campionati nel 1952/53 e nel 1953/54. Vero idolo dei tifosi nerazzurri, imprevedibile in campo e uomo devoto fuori, colleziona anche 14 presenze in Nazionale.
Il soprannome ‘Veleno’
Da dove arriva il suo soprannome? Direttamente da mamma Ida, disperata per quella peste di figlio, quella peste che in quasi 20 anni di carriera colleziona una serie di aneddoti e di storie da scriverci un libro.
Il limone nel derby di Milano
Lorenzi fu protagonista nel derby della stagione 1957/58, l’ultima partita con la maglia dell’Inter. La partita è ferma sull’1-0 per l’Inter quando un contrasto in area tra Pepe Schiaffino e Giorgio Bernardin convince l’arbitro Lo Bello a fischiare il secondo rigore della partita, questa a volta a favore del Milan, tra le proteste interiste. Mentre in campo i compagni accerchiano l’arbitro per chiedere spiegazioni, ‘Veleno’ ne approfitta per recuperare fiato ed energie: dalla panchina oltre a una bottiglietta d’acqua, gli lanciano mezzo limone per dissetarsi. E nasce la pazza idea. Mentre i compagni continuano a protestare, Lorenzi approfitta della baraonda e infila quel mezzo limone sotto il pallone già posizionato sul dischetto, in direzione della porta.
Un rigore alle stelle
Gli animi si calmano e Cucchiaroni si prende la responsabilità di calciare, non accorgendosi di quella piccola mezza sfera gialla che spunta dal dischetto. Il pubblico rumoreggia, qualcuno urla “Tito, occhio al limone”, ma Cucchiaroni è concentrato, non ascolta, non si guarda intorno. Prende la rincorsa e calcia, ma il limone si fa sentire e il pallone finisce in tribuna, alto, altissimo sopra la traversa, dopo un “cucchiaio” non voluto. Veleno dissimula, corre, abbraccia i compagni e mentre festeggia dà un calcio alla buccia rimasta, per cancellare ogni traccia. Lo Bello non se ne accorge, l’Inter si aggiudica il derby e mentre partono le proteste inferocite di giocatori, allenatore e dirigenti del Milan, Lorenzi si defila, testa bassa e camminata veloce verso il tunnel.
L’ammissione di Lorenzi
Lorenzi, cattolico praticante, qualche anno dopo ammetterà: «Ho confessato tutto. Ho detto “Ho fatto una scorrettezza” e il prete che mi ha confessato era un interista e si è messo a ridere».
(fonte: inter.it)