Focus Serie A | Analisi fantastiche e dove trovarle: Tredicesima giornata

Analisi sulla tredicesima giornata di campionato

Focus serie A | La tredicesima giornata di campionato ha lasciato di certe delle briciole per iniziare a capire questa nuova serie A. Se l’eliminazione ai mondiali ha lasciato un vuoto nel cuore di ogni tifoso, il campionato, quest’anno per fortuna ci sta regalando emozioni. Le prime 5 squadre non sono mai state cosi competitive come in questo inizio di campionato e sembra che nessuna, al dilà di passi falsi, voglia mollare. l’impressione è proprio quella che alla fine ogni partita potrà essere importante, in un campionato dove nessuno molla. Andiamo ad analizare temi e risposte di questa tredicesima giornata.

I temi della tredicesima giornata

 1 – Eusebio Di Francesco è il compagno di classe che abbiamo avuto tutti alle elementari. Il bambino un po’ schivo, che non alza mai la voce, che non si lagna per questo o per quello. E’ il bimbo che, poco alla volta, diventa il più bravo di tutti perché crede nell’impegno e nel sacrificio. Ha ribaltato la Roma come un calzino. Non era facile ricevere l’eredità di Luciano Spalletti, ma ci è riuscito. Ha anche domato l’ambiente romano e, adesso, inizia a raccogliere i frutti del suo progetto. Ma come quel bambino alle elementari, le maestre difficilmente gli faranno i complimenti. Porta pazienza, Eusé: nella vita contano i risultati.

2 – Lorenzo Insigne ha trascinato il Napoli alla vittoria contro quelli che “devono passare (ancora) alle cose formali”. Ci sarebbe piaciuto vedere la faccia di Giampiero Ventura. Il più cristallino talento del calcio italiano potrebbe davvero essere l’arma in più per il Che Gue Sarri che cerca di interrompere l’egemonia della Juventus. Lorenzo sta anche maturando molto: dopo l’esclusione contro la Svezia – che resterà senza risposta come per la domanda: è nato prima l’uovo o la gallina? – poteva avere un passaggio a vuoto. Invece ha travolto quelli che (prima o poi) “passeranno alle cose formali”.

3 – Il Benevento ha perso. Sia lode alle certezze della vita. Ha stabilito, superando addirittura la sequenza del Manchester United di inizio anni 30, un nuovo record. Se qualcuno ha ancora dubbi sulla totale rifondazione del calcio italiano, parta da qui. C’è troppo divario fra B e A. Bisogna colmarlo. Come? Al consiglio federale l’ardua sentenza.

4- Vorremmo spendere due parole per quelli che “Icardi non è il mio capitano…” ma oggi è pari, quindi siamo buoni. Sia lode agli haters perché ci fanno ridere anche e soprattutto nei momenti più bui: come quelli offerti da un lunedì mattina di lavoro. Sotto la pioggia.
5- La Juventus ha perso. Sia lode ai miracoli, sempre rari e per questo sempre belli. Chi pensa che non vincerà lo Scudetto, sta al calcio come Ventura sta alla panchina dell’Italia.

5 Temi 2.0

6- (5bis) Tre nomi: Vidal, Pogba, Bonucci. La Juve ogni anno vende un Top player e ogni anno risce a sopperire a tutto ciò. L’esplosione di Pogba ha mascherato l’assenza di Vidal. Cosi come il 4-2-3-1 di Allegri dello scorso anno con l’attacco stellare di Higuin e Dybala ha mascherato il fatto che Pjanic non ha dato brillantezza al centrocampo bianconero. Ora Bonucci. Stavolta però la perdita di Bonucci ha lasciato un buco palese nella difesa della Juve che ha perso equilibrio, misure e capacità di tenere le posizioni alla perfezione. Allegri deve cambbiare modulo e trovare nuove soluzioni perchè il 4-2-3-1 sembra non pagare più. Strana la vita, lo scorso anno aveva il modulo ma non i giocatori per esprimerlo, oggi ha i giocatori ma il modulo sembra non sia più congeniale alla Juve.

7- Berardi. Berardi dov’è? non lo sà più nessuno ormai. Doveva essere il top del top del nuovo calcio italiano, corteggiato da Inter, Juve e Roma. Ora sembra un desaparecito, non riesce più a trovare i tempi e i modi giusti per tornare a giocare al top. Ieri ennesima partita fatta di ombre, contro l’ultima della classe e la peggiore d’europa per punti dopo 13 giornate ed è riuscito anche a sbagliare un rigore sul finale. Domenico torna, è tempo che tu lo faccia.

8- Giampaolo. Miracolo a Milano, ah no, un pò più in là. Genova. Giampaolo con la sua Samp sta facendo davvero miracoli, frutto del lavoro di un allenatore che sà quello che fà. La Samp gioca bene per davvero, gioco moderno fatto di pressing aggressivo, niente distanza tra i reparti e un gioco sempre all’attacco. La manovra della Samp è sempre logica, inserimenti, letture tattiche e tanta tanta logica. In casa è devastante, 6 vittorie su 6. Darà del filo da torcere a tutti in campionato.

9- Lazio. La Lazio è una gran squadra a cui però manca qualcosa. Ottimo collettivo ed un allenatore ambizioso e che sà il fatto suo. La squadra ha un gioco limpido, condito da interpreti che girano come un rolex, ma ha un limite: non cambia faccia. Impone la sua tattica durante le partire ma, quando avrebbe bisogno di cambiare per adattarsi ad un avversario che la mette in difficoltà non riesce. Nel derby si è visto in modo concreto: quando avrebbe dovuto saltare la costruzione di gioco dalla difesa, andando direttamente dai giocatori di manovra non lo ha fatto. Il pressing della Roma ha limitato le linee di passaggio tra difesa e centrocampo e la Lazio è stata costretta a sbagliare almeno 5 rinvii, da uno dei quali è nato il secondo gol della Roma.

10- Santon. Santon è l’esempio palese di una squadra che è diventata matura. Davide torna in campo per 90 minuti dopo un anno e non demertita, anzi, gioca una buona parita contro un avversario non semplice. Spalletti può permettersi di inserire giocatori cosi perchè la squadra è rodata, matura e consce i meccanismi. L’inter c’è e non è merito della fortuna, anzi. La squadra di Mancini che arrivo prima a diembre due anni fà era una squadra che capitalizzava ogni occasione offensiva e ogni volta che rischiava dietro o c’era Handanovic, o i pali oppure l’attaccante inspiegabilmente sbagliava. Questa no, si permette di sciupare davanti, raramente fà solo un gol e sopratutto dietro è solida e rischia poco. I pali a Roma ci hanno dato 3 punti, i pali contro il Torino ci hanno tolto i 3 punti. Segno di una squadra che la fortuna se la crea da sola.

 

Matteo Gardelli & Marco Ciogli