Santon, un figliol prodigo a San Siro, bentornato “bambino”
Santon torna dopo un anno
Ha impiegato un anno intero Davide Santon a ritrovare una maglia da titolare, ma il piacere di rivederlo protagonista è stato davvero grande. Quel “bambino” che aveva fatto strabuzzare gli occhi e i cuori dei tifosi nerazzurri la sera che fermò ninentepopodimenoche Sua Maestà CR7, allora ancora allo United. Il ricordo è ancora nitido nella mente di molti tifosi. Mourinho passò per pazzo visionario a mandare in campo quel ragazzino contro quello che già all’epoca era uno dei migliori in Europa.
Mourinho: “tocca a te bambino”
“Vai bambino, tocca a te”», gli disse il mago di Setubal il 24 febbraio 2009, “lo vedi il numero 7? Non farlo girare, stagli attaccato”. Aveva 18 anni ed era un ragazzino ubbidiente, al punto che seguì quel numero 7 anche negli spogliatoi. E fu proprio Ronaldo, a fine gara, ad avere parole dolcissime per lui: “Un ottimo calciatore e un giovane interessante”. Poi un periodo lungo, lunghissimo di buio, incidenti e toni solo grigi, in Italia e in Inghilterra. Era rientrato alla base con Mancini, sembrava recuperato ma fu un fuoco di paglia.
Di nuovo a casa sua
Fino a ieri sera. Ci voleva un altro allenatore assai simile al Mou per capacità di entrare nella testa dei giocatori, per farlo sentire di nuovo all’altezza di San Siro. Spalletti lo aveva fatto capire nella conferenza stampa di sabato e i tifosi hanno reagito con un’ondata di affetto verso questo ragazzone sfortunato, forse anche un po’ingenuo, ma finalmente ritrovato. Santon non si è fatto prendere dall’emozione, ha giocato una gara onesta, senza lampi ma anche senza sbavature, concentrato e reattivo. Quello che la gente si aspettava da lui. Basta per festeggiare? Ovviamente no, occorreranno altre riprove, altre partite in cui Santon dovrà dar prova di aver lasciato da parte i suoi fantasmi. Ieri sera per lui è stato quasi un secondo esordio. Non c’era CR7, ma c’era l’identico affetto di otto anni fa della gente. Bentornato “bambino”.