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Spalletti, anche lui è un artigiano della qualità

Indice dei contenuti

1 Spalletti come i migliori restauratori2 O mangiare questa minestra…3 La sua cazzuola: il carisma4 Santon “figliol prodigo”5 Lavoro da terminare, a meno che…Spalletti come i migliori restauratori

Ci sono tecnici e artigiani che prendono un immobile in rovina e, con la loro arte, ci tirano fuori un resort di lusso, una spa “a la page”, un agriturismo da favola. Lavori certosini, portati avanti con la cura maniacale dei particolari, la valorizzazione della storia di quelle mura, la ricerca di materiali di prestigio. Spalletti si sta dimostrando uno straordinario artigiano del settore restauro, solo che non lavora su mura ma su uomini. Non nascondiamoci dietro ad un dito: Nagatomo, D’Ambrosio, Santon probabilmente sono ancora in nerazzurro perché nel mercato estivo l’Inter non ha trovato acquirenti disponibili ad investire su di loro. Spalletti si è trovato questo materiale tra le mani, molti reduci dalla disarmante stagione scorsa e i pochi inserimenti permessi dal FFP.

O mangiare questa minestra…

Sabatini e Ausilio hanno potuto preparare questa minestra, mangiarla senza saltare dalla finestra è stata la scommessa del mister, anche perché non aveva alternative. Alzi la mano chi tre mesi fa non ha storto la bocca al solo pensare che la suddetta triade di nerazzurri avrebbe di nuovo calcato i campi della Pinetina e del Meazza, e se qualcuno l’alza davvero è un gran burlone. L’artigiano di Certaldo ha capito che lo strano restauro nerazzurro non doveva partire dalle fondamenta (i piedi), ma dal tetto (la testa). La sua cazzuola, la sua calce, i suoi mattoni sono state l’autorevolezza, la psicologia, la convinzione: in un’ unica parola, il carisma, merce rara tra gli uomini, quasi sconosciuta tra gli uomini che calcano i campi da calcio.

La sua cazzuola: il carisma

Il carisma o ce l’hai o ti attacchi al tram, non lo vendono né all’ipermercato né al negozio di nicchia. Con questo “cemento” la premiata ditta Spalletti ha lavorato e ricostruito convinzione, dedizione, orgoglio prima di Nagatomo e D’Ambrosio, da ieri sera possiamo dirlo, anche dell’ex bambino Santon. Nessuno pensi a Maicon o a Roberto Carlos, per quelli servirebbe la bacchetta magica non la cazzuola del carisma. Conoscendo Spalletti non è improbabile che si stia attrezzando anche per quella. Ma di certo i tre fantasmi del passato hanno lasciato il posto a tre giocatori completamente ritrovati. Su D’Ambro e Yuto si sono usati fiumi d’inchiostro, negli ultimi mesi.

Santon “figliol prodigo”

Due parole ci piace farle su Santon, un ragazzo che San Siro ha amato come pochi altri per poi vederlo perdersi. Non ci piace citarci, ma proprio da queste colonne il 27 settembre scorso, scrivevamo che era possibile e anzi necessario aspettare anche lui. Ieri sera Davide figliol prodigo è tornato. Per ammazzare il vitello grasso ci sarà tempo, dovrà essere lui a dimostrare di saper reggere l’impatto del ritorno e proseguire con umiltà sulla strada del recupero definitivo e completo. Di certo ieri sera tutti si sono rallegrati per la sua prova. Tutti, Suning compreso, perché con lui e con gli altri due uomini di fascia la società si ritrova in mano un capitale che si pensava disperso, investimenti buttati al vento, e invece…

Lavoro da terminare, a meno che…

Anche per questo Spalletti è da ammirare. Su questo lato, gli addetti ai lavori citano spesso Sarri come guida capace di aumentare a dismisura la valorizzazione della rosa che la società gli ha messo a disposizione. Verissimo, chapeaux al tecnico valdarnese. Ma se qualche esperto di calcio mercato si dilettasse a stilare i valori della rosa nerazzurra, probabilmente i risultati non sarebbero molto diversi. Lavoro finito? Tutt’altro, ci sono altre “ristrutturazioni” da finire, Joao Mario e Brozovic in primis. A meno che l’immobiliarista non abbia già deciso di esporre l’annuncio “vendesi”.