Paolo Condò a TMW Radio “Per la Figc? Il mio candidato è Sacchi”
Indice dei contenuti
1 Ai microfoni di TMW Radio Paolo Condò parla delle dimissioni di Tavecchio e del futuro del calcio in Italia2 Le dimissioni di Tavecchio3 De Laurentiis dice che servono volti nuovi ma vadano individuati, cosa significa?4 La lega A in stile americano5 Il prossimo CTAi microfoni di TMW Radio Paolo Condò parla delle dimissioni di Tavecchio e del futuro del calcio in Italia
Paolo Condò, firma di Gazzetta dello Sport e Sky, conosce il calcio in Italia e nel mondo e a TMW Radio ha fatto le sue proposte per riformare tutto
Dopo la tempesta dell’ultima settimana, dalla non qualificazione ai mondiali alle dimissioni di Tavecchio passando per l’esonero di Ventura, inizia il momento di ragionare e di preparare le soluzioni. Ai microfoni di TMW Radio parla Paolo Condò che, dalla sua esperienza, prova a proporre delle soluzioni.
Le dimissioni di Tavecchio
Tavecchio non ha mai avuto una gran capacità dialettica e l’ha dimostrato anche nell’ultima conferenza. Da un lato si vedeva una persona soffrire, ed è triste perché stiamo parlando di calcio, dall’altro lato è stata una conferenza tragicomica. Non c’è da dimenticare il buono: il Var, le nomine in UEFA e FIFA, l’apertura dei centri federali. Politicamente, però, non poteva superare questo KO. Al momento, però, questo KO deve servire a rimodulare il sistema calcio nel nostro Paese.
De Laurentiis dice che servono volti nuovi ma vadano individuati, cosa significa?
Il mondo è pieno di ex giocatori dalla grande testa che occupano posizioni di vertice, basti pensare a Platinì che arrivò ai vertici UEFA, a Boban che è consigliere di Infantino in Fifa. Il fatto che abbiano anche giocato a calcio è meglio perchè pensano più naturalmente al bene del gioco. Dopo anni in cui il calcio italiano è stato governato dai burocrati vogliamo vedere facce alle quali ci siamo affezionati e che amiamo al potere. Il cuore del problema del nostro calcio, secondo me, è la lega di Serie A che finanzia l’intero sistema. Il peso politico della Serie A è ridicolo, Lega Pro e Dilettanti contano di più. La Lega va organizzata in senso americano: un commissioner/manager, non legato alle società, che possa essere capace di ragionare a 5-10 anni per il bene del movimento. Gli americani dicono “Nessun tacchino voterebbe per il raddoppio del giorno del ringraziamento.”
La lega A in stile americano
Parliamo del discorso sulle 18/20 squadre in A. Le squadre che ogni anno rischiano di andare in Serie B, come anche l’Atalanta stessa che nonostante sia in Europa sa che in un futuro potrebbe trovarsi a lottare per la retrocessione e quindi più squadre fanno comodo anche a lei. Se questa decisione, invece, viene presa da un Commissioner a cui vengono chiesti risultati economici può avere più libertà economica. Dare un commissioner a questa Serie A vorrebbe dire mettere una figura del mondo del calcio alla presidenza. Ieri a Sky per Lega e Federcalcio avevo proposto la figura di Arrigo Sacchi: ha vissuto il calcio in molti modi e ovunque lo si riconosce con stima e senza scheletri nell’armadio. Al calcio ha dato tanto ed è stato il riorganizzatore delle nazionali giovanili, assieme a Viscidi. Sacchi potrebbe dare una visione sul futuro a 10 anni, poi serve un manager capace per poter arrivare a quella visione grazie alla capacità di aumentare gli introiti.
Il prossimo CT
Il prossimo CT dovrà essere contattato e convinto da queste nuove figure che andranno individuate nei prossimi 3-4 mesi. Il CT è la conseguenza di un cambio, Tavecchio non poteva salvarsi con Ancelotti. C’è un nome per la panchina azzurra in questo momento storico? Il nome di Ancelotti è ottimo, con i club ha già vinto tutto quello che poteva. Il CT deve avere una grande esperienza ad alti livelli per poter fare il selezionatore e deve arrivare senza particolari desideri del lavoro quotidiano sul campo. Il suo impegno dev’essere andare a vedere partite e seguire il percorso delle giovanili. Se un allenatore sente il bisogno del lavoro quotidiano sul campo non può fare il CT. Per Ancelotti potrebbe essere il coronamento della carriera una vittoria con l’Italia. Il suo primo lavoro fu con Sacchi in nazionale ed un suo ritorno sarebbe la chiusura perfetta del cerchio.