Milan, Presidente UEFA Ceferin tuona: “Situazione dei rossoneri preoccupante”
Milan, Ceferin è “preoccupato”
Anche il Presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ha mostrato tutta la sua perplessità sulla situazione societaria del Milan. I conti dei rossoneri non convincono assolutamente Ceferin che dalla pagine di Repubblica ha spiegato: “Ci stiamo lavorando, non posso dire nulla. Sono preoccupato, ma vediamo che cosa succede”. Parole pesanti da parte del numero uno del calcio europeo che non ha chiuso nemmeno alla possibilità di sanzioni alla società rossonera. A tal proposito ha dichiarato: “A metà dicembre l’organismo competente si pronuncerà sul voluntary agreement chiesto da Fassone. Le possibilità però di un settlement agreement con annesse sanzioni sportive ci sono, ma adesso è prematuro parlarne”. Insomma, l’Uefa sta monitorando attentamente i conti presentati dalla dirigenza rossonera. Le sensazioni però, anche per bocca dello stesso Ceferin, non sono positive al momento. L’ombra dell’esclusione dalle competizioni europee aleggia ancora sui rossoneri.
Capitolo FIGC e Nazionale
Oltre alle domande ovvie sulla situazione del Milan, a Ceferin è stato chiesto anche un parere sulle vicissitudini della FIGC e sul suo ex Presidente Carlo Tavecchio. Il Presidente dell’UEFA ha così risposto: “È diventato presidente della Figc nel 2014 e ha preso Conte, che in Francia non aveva un top team e che poi è andato al Chelsea. Tavecchio ha preso un altro ct, ma pensate che in due anni si potesse vincere il Mondiale, dopo due uscite al primo turno? Per il resto la Figc ha fatto un buon lavoro”. Parole d’elogio nei confronti di uno dei suoi principali sponsor quando si è candidato alla Presidenza dell’Uefa. Sulla mancata qualificazione ai Mondiali da parte della Nazionale azzurra ha detto: “Succede, anche se sportivamente per un paese come l’Italia è una vera e propria tragedia. Anche l’Olanda, ad esempio, ha mancato la qualificazione ai Mondiali e, prima ancora, quella all’Europeo. Questo fallimento deve diventare l’occasione per mettere a posto le cose che non vanno. Come le infrastrutture. Tra i grandi Paesi europei l’Italia è il più indietro. È una catena: senza di esse non si creano giovani calciatori, senza talenti non si vince. Servono progetti chiari. L’Uefa dà un contributo alle federazioni che presentino piani con partner anche locali, per nuovi campi o centri sportivi. Oggi l’Italia non può ospitare un grande torneo: scarse infrastrutture e stadi obsoleti”.