Inter: se Bonucci costa 40 mln, Ranocchia adesso vale tre punti di PIL
Indice dei contenuti
1 Uno svarione clamoroso2 Il prezzo condiziona tutti3 Il ruolo della comunicazione4 Se fosse successo a Ranocchia?Uno svarione clamoroso
Difficile immaginare su un campo da calcio un liscio più clamoroso di quello del capitano del Milan Bonucci nella gara con l’Austria Vienna. Roba da annali di “Mai dire gol”. Da quando è venuta fuori quella frase sullo spostamento degli equilibri non gliene va più bene una al povero Leo. Dall’apice di una carriera favolosa, da uomo mercato richiesto da tutti i top club, da immagine simbolo del difensore moderno a oggetto degli sfottò più sanguinosi in Italia e all’estero il passo è stato breve. A conferma che nel calcio, come nella vita, un po’ di sana moderazione non guasta mai.
Quella moderazione che non è mai mancata ad Andrea Ranocchia, anche lui spesso nel mirino dei tifosi con commenti non proprio benevoli.
Il prezzo condiziona tutti
Come per tanti altri esempi, è il prezzo che fa la differenza. I 40 milioni di euro pagati dal Milan per assicurarsi le prestazioni di un over 30, bravo finchè si vuole, ma con uno zenith della carriera ormai passato, sono ancora tutti da capire. Il tanto criticato stopper nerazzurro non ha mai raggiunto quei valori di mercato. Né, per fortuna dell’Inter, strafalcioni clamorosi come quello di Bonucci. Se 40 milioni sono il prezzo per episodi simili, oltre al rendimento in questi mesi, allora Ranocchia vale da solo una mezza finanziaria.
Il ruolo della comunicazione
Ma è anche il mondo della comunicazione sportiva che ha giocato contro l’ex bianconero. L’esaltazione collettiva che la scorsa estate è stata messa in scena per magnificare il suo passaggio in rossonero ha creato aspettative così enormi che avrebbero potuto sotterrare un elefante. E oggi si sorride all’autotunnel che è costato il vantaggio austriaco. Si, si sorride soltanto, non si parla di un giocatore in crisi, non si infierisce. E forse è anche giusto così. Bonucci ha dalla sua il prestigio degli scudetti vinti a Torino, la veste del grande a prescindere, l’aurea del condottiero di tante battaglie. C’è comunque un senso di rispetto nei suoi confronti difficilmente riscontrabile per altri. E questo è meno apprezzabile.
Se fosse successo a Ranocchia?
Proviamo ora solo a immaginare cosa sarebbe successo se l’autore della paperissima fosse stato Ranocchia. E quali sarebbero state le conseguenze per il giocatore, per l’uomo e per la squadra. Vivere dei fasti del passato si può, è un esercizio che in Italia riesce con profitto a tanti. Fare il cucchiaio ai valori reali è più difficile, anche avendo stampa e addetti ai lavori sempre (o quasi) dalla tua parte.