Da Appiano le parole del tecnico nerazzurro
Luciano Spalletti sta parlando ai giornalisti nella sala stampa del Centro Sportivo Suning di Appiano Gentile, prima della partenza per la Sardegna. Domani alle 20.45 l’Inter sfiderà il Cagliari.
Dopo essere arrivato all’Inter, quando si è reso conto dell’importanza di lavorare sulla mentalità?
Appena sono arrivato, c’era da mettere a posto qualche convinzione nella testa. Si possono fare risultati attraverso la volontà di questi professionisti.
Come e quanto la società Inter può fare la differenza?
Fa sempre la differenza la società. Il passo della società è quello a cui allinearsi. Mi hanno fatto vedere come si conduce una società di Serie A.
Soddisfatto del gioco?
Sì, ma abbiamo margini di crescita. Siamo contenti di quanto fatto, però ci dobbiamo domandare: perché non abbiamo sempre vinto?.
Cagliari ritrovato con Lopez
Sa bene qual è la strada per il loro obiettivo finale. La stanno riscoprendo e Lopez ha dato un contributo enorme, sa fare il suo mestiere. Però ci siamo anche noi.
Che partita si aspetta? Trappole?
Il Cagliari e Lopez sanno che strada fare per il loro obiettivo. La stanno riscoprendo, però hanno accelerato col ritorno di Lopez. E’ chiaro che noi sappiamo cosa dobbiamo fare per raggiugnere il nostro obiettivo. Abbiamo i ferri giusti del mestiere per poter rimanere addosso alle squadre forti di questa classifica e di questo campionato. Sarà una partita da senza tregua. Anche i risultati larghi non ti fanno stare tranquilli. Volevo fare i complimenti a Vecchi per la Youth League. Gli chiedo tante volte disponibilità e lui si toglie qualche calciatore… E’ un grande collega e collaboratore. Parlando con lui ci sono giocatori come Compagnoni ed Emmers che sono lo zoccolo duro della sua squadra.
Qual è l’elemento che dà più certezze a Spalletti? Cosa va migliorato?
La certezza è che questa squadra sa dove vuole portare la partita, sa scegliere anche i momenti della partita per andare a colpire e a dare il massimo. Difficoltà non ce ne sono, la considerazione è in generale. Abbiamo a che fare con squadre che vogliono fare dei record. Siamo protagonisti in un’alta classifica che è cortissima. Se si guardano gli ultimi sei anni diventa tutto più facile. Classifica corta ad altissima quota. Fino a 5-6 anni indietro la quinta aveva massimo 25 punti, ora è insieme a noi… I nostri calciatori sanno il nostro obiettivo, noi dobbiamo avere delle ambizioni però bisogna essere costanti. E noi si vuole arrivare al punto oltre il quale non si può tornare indietro. Serve un passo da squadra forte.
Si è parlato tanto dei 30 punti che vi dividevano da Roma, Napoli, Juve. Gap non c’è più?
Per il momento non c’è, ma bisogna dare seguito. Il modo di entrare in campo nei primi minuti domani determinerà il modo in cui il Cagliari ti verrà addosso. Il fatto che ho detto della classifica la dice lunga sul nostro modo di entrare in campo. Bisogna giocare senza tregua, non si può abbassare la guardia.
Come ha cambiato la tendenza di Gagliardini? E’ come se avesse cambiato marcia, lo ha fatto diventare un mediano
Dovevamo conoscerci e dovevamo parlare di calcio 4-5 volte prima di andare a indicare quale fosse il massimo di ognuno di noi. Mano a mano che abbiamo cominciato ad agire, abbiamo scoperto qualcosa di nuovo che ci dava più vantaggi. E non abbiamo ancora fatto il massimo. Ogni volta che andiamo fuori ci fanno tutti i complimenti e tutti dicono che stiamo facendo un bel campionato perché non abbiamo mai perso. Ma io mo domando: perché non abbiamo sempre vinto?.
Parlato bene di Santon e poi titolare. Oggi di chi parli?
Sarebbe facile. Come dico sempre l’espressione o la scelta degli undici è solo una conseguenza di voler mettere in campo una squadra. E ora mi mettono in difficoltà, ce ne sono diversi per assumersi le responsabilità di chi ha giocato di più.
Per Vecino acquisto non sottolineato mediaticamente. Che importanza ha?
Quando si va a fare un complimento a un giocatore diventa abbassare il suo dirimpettaio di ruolo. Mi ricordo gli ingressi di Joao Mario che ha determinato i risultati, ma anche Brozovic prima che si facesse male a Benevento. Abbiamo 5 calciatori che potrebbero giocare tutti e 5. Purtroppo voi di alcuni conoscete solo il prezzo, mai nessuno parla di valore. Ve li faremo vedere prima della fine dell’anno, cercate di pazientare e poi sarà tutto sotto gli occhi di tutti. Mi parlano di Dalbert pagato 25 milioni, Vecino sembrava troppo pagato, ma sicuramente questi calciatori hanno un valore che non verrà disperso anche se a volte rimangono fuori.
(fonte:fcinter1908)