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2001: esordio del Chievo a S.Siro, sogno o son desto?

Indice dei contenuti

1 Chievo 2001, quelle stupefacenti frecce gialle2 Una formazione anomala3 Da outsider a rivelazione4 Prossima INTER – CHIEVO, non c’è Ronaldo ma…Chievo 2001, quelle stupefacenti frecce gialle

Eccome, se la ricordo quella partita…
Ero salito al terzo anello verde, come sempre, andando a sedere al mio posto di abbonato. E pregustavo una partita forse non agevole ma convinto che l’ Inter, con Vieri e Ronaldo, non doveva temere nessun risultato diverso da una vittoria, anche se con minimo scarto.
In realtà, quella squadra di Del Neri che avevo visto giocare partite precedenti, aveva già battuto all’inizio Fiorentina e Bologna, contro ogni pronostico. Un certo prurito lo metteva addosso, e vedendola iniziare l’incontro a S.Siro con quel modulo (4-4-2) e quell’approccio con geometrie veloci e precise, il prurito diventava presto panico. Sugli spalti ci si stropicciava gli occhi: frecce gialle che partivano sulla trequarti, 4 passaggi di prima ed eccoli in area come se la difesa avversaria fosse a bere un caffè! In tanti eravamo ammutoliti poco più tardi, quando vedemmo la prima palla di Corradi finire nel sacco: qualcuno diceva “questo Chievo è la reincarnazione dell’Ajax di Crujff“. Addirittura….

Una formazione anomala

Invece non era una reincarnazione, ma una squadra che giocava un calcio tanto elementare quanto tremendamente efficace. Il Chievo si presentava alla serie A per la prima volta, nel campionato 2001/2002:
Lupatelli; Moro, D’Anna, D’Angelo, Lanna; Eriberto, Corini, Perrotta, Manfredini; Marazzina, Corradi. Specie quei due, Marazzina e Corradi, la davanti, con Eriberto, facevano sfracelli ogni volta che dialogavano tra loro, facendo sembrare l’Inter una squadra che non riusciva a parlare la sua lingua in campo, ma riusciva a pareggiare. Arrivava il secondo tempo e il  goal di Marazzina, finiva 2-1 e ci si rendeva conto di trovarsi di fronte ad una realtà nuova, in arrivo dalla serie B, che nessuno si aspettava. Un calcio scarno ed essenziale, senza fronzoli, consistente in giocate veloci, triangolazioni lunghe che tagliavano fuori centrocampo e difesa in pochi secondi, tutto preciso. Nessun “numero” in campo, nessun colpo di tacco o veronica, dribbling… Dopo 4-5 passaggi la palla rischiava puntualmente di finire in gol, senza se e senza ma, spinta da una formazione anomala ma sorprendentemente pratica.

Da outsider a rivelazione

Quel campionato eccezionale per la matricola Chievo,  considerata outsider dai bookmakers e dal pubblico, si chiude con un quinto posto e qualificazione Uefa, dopo aver sfiorato il titolo di campione d’inverno. La rivelazione che Del Neri aveva trasformato in una conferma, si piazzava ad un punto dal Milan quarto, evento mai verificatosi dopo gli anni’70 per una squadra neopromossa. Molta acqua è passata sotto i ponti, ed oggi la squadra veronese è molto diversa sia nel gioco che nella direzione tecnica. Fatica a mantenersi in posizioni di classifica tranquille, anche se spesso riesce ancora a mettere in difficoltà avversari quotati ad alti livelli.

Prossima INTER – CHIEVO, non c’è Ronaldo ma…

La squadra che Domenica si troverà davanti a S.Siro, però, difficilmente cadrà nel tranello della presunzione pur non avendo davanti un fenomeno da circo come Ronaldo. Il fenomeno, piuttosto, lo sta costruendo passo dopo passo il suo allenatore, quello Spalletti che non sarà uno stregone, ma è un paziente tessitore. E sta mostrando come si possa cucire addosso al gruppo identità e carattere vincente, da Inter d’altri tempi, pronta per cancellare ricordi di quel Chievo “d’altri tempi”.