Indice dei contenuti
1 Analisi in 10 punti sulla quindicesima giornata2 I primi 5 temi3 Meraviglie4 Gli altri 5 temi5 Spalletti e le concorrenti6 Post ScriptumAnalisi in 10 punti sulla quindicesima giornata
Focus serie A | Bentornati nell’unica rubrica che si chiede se tra i 9 e gli 11 lettori delle prime due uscite ce ne sia qualcuno in comune. La quindicesima giornata di questa nuova, splendida serie A ha offerto davvero spunti clamorosi. Dal big match del San Paolo al gol di Brignoli, passando per la manita rifilata al Chievo dall’Inter. Si accende il campionato, si accendono le luci su quello che forse sta tornando ad essere uno dei campionati più belli del mondo.
I primi 5 temi
1 – Il povero diavolo è finalmente passato alle cose formali: travestendosi da crocerossina – è proprio vero che lo spirito del Natale contagia tutti – ha permesso al Benevento di centrare il primo storico punto in serie A. Se poi aggiungiamo che lo ‘spostatore’ di equilibri, dall’alto della sua magnificenza, ha permesso al portiere Brignoli di sengare il gol del pareggio, allora, si avvii il prima possibile il processo di beatificazione. Sia gloria eterna.
2 – Ha segnato davvero Brignoli, eh. Nelle giornate difficili, o nei momenti di depressione, consigliamo di ascoltare l’audio della telecronaca di Suma in modo tale da ricordarci che, sì, anche se può sembrare strano, nella vita c’è sempre chi sta peggio di noi.
3 – La rivoluzione di Che Gue Sarri è stata soppressa nel sangue, com’era prevedibile, dalla Juventus. Nella vita le certezze sono diventate 3: la morte, le tasse e il gol di Higuain al San Paolo. Come avevamo pronosticato, la dittatura bianconera continuerà instancabile e brutale anche per il settimo anno consecutivo. Sia lode al nostro Che Gue Sarri che, comunque, ha provato e (invano) tenterà ancora per pochi mesi di dare un senso a questo campionato.
Meraviglie
4 – Se le certezze dalla vita sono diventate 3, le meraviglie del mondo sono aumentate a 9: come il numero di maglia di quel ragazzino che, nonostante i suoi 24 anni, ha già segnato 97 gol in serie A. Siccome non è ancora unto dal Signore, come invece lo è il già eterno Dybala, solo gli interisti lo celebrano. Ma si sa gli interisti sono troppo passionali e poco obiettivi. Gli altri, giustamente, fanno notare che non è professionale, spende soldi per macchinoni e si diletta non con la Leotta ma con una bionda che alla Leotta ha poco da invidiare. Fate quasi più ridere delle ‘cose formali’ del povero diavolo. Quasi, eh.
5 – Sabato, inutile girarci intorno, c’è la partita che, da sempre, non è come le altre. Mettetvi l’anima in pace, però. La prima sconfitta dell’Inter di Spalletti arriverà, eccome se arriverà, allo Stadium. Dybala – ormai sicuro dei prossimi 5 palloni d’oro – oscurerà il 97 volte fortunato Icardi e la tirannia della Juventus, come continuiamo a ripetere, proseguirà ininterrotta. Non fatevi strane idee. Le possibilità di fare punti sono le stesse che un portiere segni al 94′ il primo storico gol di una squadra in serie A. E lo faccia contro chi, dopo aver speso milioni e milioni, aveva già vinto lo Scudetto ad agosto.
Gli altri 5 temi
6 – Skriniar. Durante l’azione del gol di Milan mi sono fomentanto talmente tanto che ho iniziato a gridare da solo: “Cannavaro, la porta fuori ancora Cannavaro”. E in effetti l’inizio dell’azione ricorda il Fabione nazionale contro la Germania nel 2006. C’è l’anticipo, il portar fuori la palla e la testata a Brozovic pur di non mollarla. Poi però Skriniar continua, con una progressione di potenza ed ignoranza che ringraziamo Dio abbia impattato il pallone. Se si fosse scontrato con Sorrentino probabilmente avrebbe creato una singolarità spazio-tempo. Azione di classe, potenza, fisico e tutto, perchè questo ragazo ha tutto. Non credo ci siano più parole per descriverlo, forse c’è una metafora. Per gli Interisti vedere giocare Skriniar è diventato il nuovo Youporn.
7 – Samp Lazio. La partita che in fondo ti aspetti. La Samp imbattuta in casa affronta una Lazio che ha parecchie cose da dire. Partita sporca per certi versi ma che evidenzia alcune cose. Duvan Zapata è un animale, se la sarebbe cavata anche nel Football americano. La lazio và sotto e rischia ma in 10 minuti ribalta la partita, prima sconfitta in casa per la Samp e nuovi segnali lanciati al campionato perchè questa Lazio per la corsa alla Champion’s c’è eccome. Inzaghi e Giampaolo sono due allenatori che ci fanno sperare, sono moderni, si adattano e hanno voglia di stupire. E’ anche da gente come loro che passa la rinascita del nostro calcio.
8 – Allegri. Mi travesto un secondo da Marzullo e pongo un quesito: E’ il modulo che esalta i giocatori e li fà diventare determinanti o sono i giocatori che esaltano un modulo e lo rendono vincente?”. Prima risposta: ma che c…o ho scritto?. Seconda risposta: adesso ragioniamo. Qualche settimana fà avevamo consigliato ad Allegri di cambiare perchè la Juve era ad un bivio. Ora ce ne pentiamo amaramente. Siamo sicuri che dopo averci letto Max abbia deciso che si, era ora. Prima, cambio di modulo contro il Crotone e 3 -0 secco. Poi arriva il Napoli e la Juve gioca con un 4-3-3 mascherrato da 4-2-3-1. Il risultato è un equilibrio ritrovato ed una potenza offensiva niente male. Il gol della Juve che è stato fatto a 347 km/h passa per tutto il campo, tutto in verticale con Costa che regala una magia e Dybala ed il Pipita che non la sciupano. I tre centrocampisti offrono equilibrio e i tre davanti sono meno impegnati in difesa. Poi magari per qualcuno è brutta ma nel calcio vince chi fà i punti non chi è bello.
Spalletti e le concorrenti
9 – Napoli – Inter – Juve. E’ inutile nascondersi, la partita di sabato è partita scudetto. Non per i punti in palio, non per chi vince, siamo ancora a dicembre. Diventa una partita scudetto perchè c’è una connotazione mentale estremamente importante. La Juve affronta una dopo l’altra Napoli ed Inter. Se la Juve riesce a prendere 6 punti e a causare ad entrambe la prima sconfitta stagionale per i bianconeri a livello mentale è una spinta clamorosa. Poi succederanno tante cose da qui a Maggio ma vincere queste due partite per la Juve significa ostentare con forza che: “We, in Italia c’è ancora una prima della classe, e siamo noi”. 9 – 2.0 Se l’Inter vince a Torino scrivo al papa perchè pretendo la santificazione di Spalletti.
10 – Spalletti. Quello che mi colpisce di quest’uomo non è il gioco, non sono i risultati o il saper leggere le partite. Quello che mi colpisce è l’effetto mentale che ha sui giocatori che allena. Nagatomo, Santon, Ranocchia. 3 nomi che dicono tutto. E’ vero che in un contesto dove tutto và bene è facile inserirsi, e se lo stadio non ti fischia più sei comunque più tranquillo ma Diamine (ndr) sta gestendo un gruppo in maniera meravigliosa, tutti sono utili, nessuno è indispensabile.
Tutti sanno che non è vero ma lui è riuscito a far accettare ai giocatori che è cosi. Io credo che sia la fiducia l’arma che usa Spalletti. Tutti si fidano di lui ma è anche lui che si fida di tutti. Buttare dentro Ranocchia ieri in un certo senso è un atto di fede, e lo ha fatto senza pensarci un secondo e Andrea ha ripagato. Fatelo santo.
Post Scriptum
11 – L’undicesimo punto è per omaggiare gli 11 lettori della settimana scorsa. Come si fa a non essere romantici con il calcio? Sei il portiere di una squadra che ha battuto ogni record, in senso negativo. Hai fatto 1 punto su 45 a disposizione e mancano 30 secondi alla 15esima sconfitta di fila. C’è una punizione però e decidi si salire in area, poi parte il cross e fai un tuffo di testa che neanche il miglior Icardi. Palla all’angolino e primo punto della stagione contro il Milan dei fantamiliardi spesi.
E’ una di quelle cose che ti cambia la stagione, che veramente può cambiarti la stagione. Perchè se è vero che le prime 5 hanno un ritmo indiavolato è altrettanto vero che le ultime 5 sono ancora sedute nella riunione pre stagionale nel primo giorno di ritiro e allora, a questo punto, sperare non costa nulla. In fondo è una metafora veramente eccezionale perchè, nella vita, se non ti stanchi di aspettare, le cose belle alla fine accadono.
Matteo Gardelli & Marco Ciogli.