Nonostante le prestazioni dei singoli il cuore dei nerazzurri batte tutto per Luciano Spalletti
(GdS) Per nove undicesimi la squadra di ieri era quella dell’anno scorso, eppure sembra fare un altro sport: merito di Luciano Spalletti
Dopo la manita rifilata al Chievo, Spalletti rivolge subito gli occhi alla Juve e al Derby d’Italia più importante degli ultimi anni. Le intenzioni del mister e del gruppo sono chiare: pochi calcoli, per i quali ci sarà tutto il tempo, e testa alta. Come il match del San Paolo serviva a testare l’inizio nerazzurro e la solidità difensiva, anche quello dello Stadium sarà un test. L’Inter dovrà dimostrare di essere capace di non perdere la concentrazione, fondamentale contro gli uomini di Allegri, e di poter guardare in faccia gli avversari: anche quando sono più forti e saccheggiano la A da ormai 6 anni.
Il credo di Spalletti
Il mantra di Spalletti è stato confermato: tutti i giocatori in rosa sono dei titolari. Santon continua a giocare e benissimo; dopo 12 mesi Ranocchia torna titolare e fa alzare San Siro in piedi ad applaudirlo ad ogni intervento; Joao Mario si inventa mediano e gioca la miglior partita della stagione. Lo ha detto anche su Sky nel post-partita “Io non faccio bocciature, io prendo scelte e sfortunatamente ne devo prendere 11.”. In vista della Juve torneranno i due squalificati e Vecino sarà al 100%, le scelte da operare saranno ancora più difficili. Nel frattempo toglie i dubbi su Dalbert e avverte tutti “Attenti che sta arrivando pure lui.”. Se, in tempi brevi, dovesse iniziare a trovare regolarmente il campo anche il brasiliano l’Inter si riscoprirebbe meno corta di quanto pensasse.