(CdS) Andrea Stramaccioni da Praga carica tutti “Il trionfo può ripetersi”

Indice dei contenuti

1 Andrea Stramaccioni intervistato dal Corriere dello Sport carica tutti i nerazzurri2  Stramaccioni, cosa ricorda della vittoria per 3-1 a Torino del 3 novembre 2012?3 Ricorda la mano fratturata per protesta tirando un pugno alla panchina e la polemica con Marotta?4  Ha rammarico per come sono finite quella stagione e la sua esperienza all’Inter?5 Che partita sarà Juve-Inter?6 La Juventus è favorita?7  Qual è il principale merito di Spalletti?8 Dispiaciuto di non aver allenato Icardi?Andrea Stramaccioni intervistato dal Corriere dello Sport carica tutti i nerazzurri

Andrea Stramaccioni è stato il primo uomo a vincere allo Stadium e, ancora oggi, è l’unico nerazzurro che può vantare allo Stadium

 Stramaccioni, cosa ricorda della vittoria per 3-1 a Torino del 3 novembre 2012?

“Una grandissima soddisfazione per tutti. Per l’andamento del match quella fu una delle vittorie più memorabili dell’interismo, un successo davvero incredibile: ribaltammo il risultato dopo una serie di errori arbitrali che avrebbero fatto spaccare la tv a qualsiasi tifoso, contro i più forti, nello stadio dove i bianconeri avevano solo vinto e schierando tre punte senza paura. Un trionfo memorabile.”

Ricorda la mano fratturata per protesta tirando un pugno alla panchina e la polemica con Marotta?

“Assolutamente sì, ricordo tutto. Mi feci male alla mano sulla mancata espulsione di Lichtsteiner per un fallo su Palacio. Tutto questo dopo il gol dell’1-0 in fuorigioco di 3 metri. Ero giovane e impulsivo…”

 Ha rammarico per come sono finite quella stagione e la sua esperienza all’Inter?

“Non ero di certo contento, ma è incredibile come con l’Inter, gli interisti e l’interismo siamo e saremo sempre legati.”

Che partita sarà Juve-Inter?

“Equilibratissima e aperta. Mai come questa volta sono fiducioso.”

La Juventus è favorita?

“Si perché gioca in casa, allo Stadium.”

 Qual è il principale merito di Spalletti?

“Aver immediatamente azzeccato il blocco dei 13-14 giocatori su cui puntare forte, senza perdere per strada gli altri. Ha dato alla squadra certezze difensive che in passato erano mancate e proprio la solidità del pacchetto arretrato può essere una chiave per far bene a Torino. L’impatto di Spalletti è stato impressionante e solo il percorso incredibile di Juve, Napoli e Roma lo rende meno impressionante di quello che è.”

Dispiaciuto di non aver allenato Icardi?

“Ogni volta che lo incontro o ci scriviamo un messaggio ricordiamo quello che poteva succedere. Eravamo in Saras, prima di Natale (nel 2013, ndr), Moratti, Branca, Ausilio ed io. Decidemmo che Mauro sarebbe stato il dopo-Milito e l’Inter lo acquistò. Vi racconto anche un aneddoto: qualche settimana dopo giocammo contro la Samp a Marassi e nel sottopassaggio dissi a Icardi: “Qui bellissimo stadio, ma fra qualche mese devi cominciare a segnare anche a San Siro”. Mi ha preso troppo alla lettera ed è diventato semplicemente una macchina da gol.”