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Juve Inter: “vorrei ma non posso”, ma per i nerazzurri i conti tornano tutti

Juve Inter: figuriamoci se non ci saranno critiche

Ci pare di sentirli, ci arrivano alle orecchie le poco pacate riflessioni dei tifosi che in questi minuti stanno criticando la prova dell’Inter. Brozovic doveva… Perisic poteva… il capitano non ha fatto, D’Ambrosio però… . E Spalletti stavolta… . L’assortimento delle imprecazioni gira, più o meno, su questi concetti, sui quali si può discutere. Poi ci sono scienziati che, appena finita la gara emettono sui social la loro sentenza inappellabile, fuori D’ambrosio e dentro Ranocchia. E allora possiamo chiudere baracca e burattini e immergersi nei canali culturali di Sky per seguire la vita degli squali delle coste australiane o le strategie dei generali russi nella seconda guerra mondiale.

Cosa lascia e cosa trova l’Inter allo Stadium

Cosa lascia sul campo dello Stadium la squadra di Spalletti agli avversari? Poca roba, una traversa, un’altra occasione di Mandzukic nella prima frazione e un tiraccio di Asamoah nella ripresa. Qualche mischia e niente altro. Cosa porta a casa? Altrettanto poco in termini di gioco. Un tiraccio sbilenco di Brozovic , un rigore dubbio sul fallo di mano di Benatia. Niente altro. Un po’poco diranno in molti, specialmente dopo le aspettative create dalle dichiarazioni di Spalletti ieri in conferenza. Vero. Ma sul pullman che riporta la squadra a Milano stasera salgono anche altri passeggeri la cui presenza non era scontata. Innanzitutto l’imbattibilità, ormai attempata dopo 16 domeniche e dopo aver giocato tutti gli scontri diretti in trasferta. La consapevolezza di non essere secondi a nessuno in questo torneo. La maturità di chi usa modestia e polmoni per riuscire a portare a casa la pagnotta anche in condizioni estremamente difficili. Fermiamoci qui per non sembrare irrealisti, dopo aver giocato una partita esteticamente modesta ma agonisticamente feroce, specie nella ripresa.

C’è da lavorare ma i segnali positivi ci sono tutti

Se la differenza di qualità tra Juventus e Inter è ancora evidente ma la classifica è quella che è, significa che laddove non arriva il talento l’Inter rimedia con altre peculiarità. Probabilmente, vuoi per la scarsa vena di qualche protagonista tra i più attesi (D’ambrosio, Perisic e Brozovic), vuoi per l’atteggiamento della Juventus che ha cercato di ripetere il tombolone del San Paolo giocandosela quasi solo in ripartenza, quella dell’Inter è stata una serata da “vorrei ma non posso”. Chi si aspettava un’Inter tracimante come domenica scorsa, accenda i neuroni e prima di sentenziare ricordi che oggi non c’era davanti il Chievo, ma una squadra che in panchina aveva tipi come Dybala, Douglas Costa, Bernardeschi. La disciplina tattica delle due squadre ha prevalso sulla voglia di spingere perchè la Juventus aveva molto da perdere, l’Inter non aveva bisogno di altro che di confermare sul campo più difficile d’Italia la sua crescita in ottica Champions. Risultato acquisito, e chi non è soddisfatto se ne faccia una ragione.