Milan: Fassone e Mirabelli, oltre Elliott ci sono i loro errori
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1 Milan settimana decisiva?2 Il giudizio condizionato dalla situazione della proprietà3 Fassone e Mirabelli, un mercato che peserà sui prossimi bilanci4 Un altro “tesoretto” da mettere in contoMilan settimana decisiva?
Questa dovrebbe essere la settimana delle risposte. Soprattutto quelle dell’UEFA al Milan in ottica FFP. Da Nyon hanno stemperato il can can di notizie sul probabile no al voluntary agreement proposto dai rossoneri. “Nessuna decisione è stata presa” fanno sapere con diplomazia dall’UEFA, ma gli spifferi parlano, e parlano di un rifiuto totale e senza appello. E’ lo stesso Fassone che, indirettamente, ne dà conferma quando dice che l’Uefa pone “condizioni oggettivamente impossibili da rispettare”. Questo perché i vertici UEFA hanno puntato l’attenzione non tanto sui dati economici quanto sulla effettiva consistenza patrimoniale della proprietà cinese del Milan.
Il giudizio condizionato dalla situazione della proprietà
Marco Bellinazzo, grande esperto di calcio-economia, in qualche maniera dà ragione all’Ad milanista parlando a “Radio 24”. L’esame del voluntary avrebbe dovuto riguardare il business plan, la situazione del club e non quella della proprietà ed “i futuri scenari del Milan che potrebbe passare in mano ad Elliott in caso di insolvenza economica cinese”. Ma le troppe zone oscure sulla effettiva consistenza del patrimonio dei proprietari della società potrebbero avere il sopravvento nel giudizio. Continua Bellinazzo: “il Milan, secondo i piani dell’attuale proprietà avrebbe dovuto essere in zona Champions League, avrebbe dovuto ottenere il voluntary agreement ed avrebbe dovuto trovare un finanziatore per rifinanziare il debito. I primi due piani sono saltati…”. Che Mr Yonghong Li non abbia una situazione patrimoniale limpida lo ha spiegato chiaramente il New York Times nella sua recente indagine. Ma la prima condizione citata da Bellinazzo è che il Milan a quest’ ora doveva essere in zona Champions e non in zona Chievo Verona.
Fassone e Mirabelli, un mercato che peserà sui prossimi bilanci
E di chi è la responsabilità principale di questo? Di Yonghong Li o della splendida coppia di ex interisti messi a dirigere le sorti di casa Milan? Oltre 300 milioni è la cifra che la società rossonera deve restituire entro ottobre 2018 al fondo Elliott e che i dirigenti rossoneri stanno affannosamente cercando di ricontrattare con altri istituti di credito internazionali che allunghino il periodo (in cambio ovviamente di congrui interessi). Ma sarà il caso di iniziare a dire che comunque vadano le vicende societarie, chiunque si trovi ad essere padrone del Milan, cinesi, americani o arabi che siano, troverà un’ altra bella sommetta da onorare? I 200 e passa milioni di investimenti fatti nello scorso mercato dalla coppia di dirigenti ex nerazzurri per allestire il Milan spaziale sono in parte da pagare nei prossimi anni, in virtù degli obblighi di riscatto contrattualizzati.
Un altro “tesoretto” da mettere in conto
Secondo l’articolo di Calcio e finanza.com del 22 agosto scorso la situazione sarebbe questa:
Kessiè 4 milioni per il secondo anno di prestito più obbligo di riscatto a 28 milioni;
Borini obbligo di riscatto a circa 6 milioni;
Kalinic obbligo di riscatto a 15 milioni (in due rate).
Altri 50 milioni di euro circa cui i proprietari del Milan dovranno necessariamente far fronte. Resta da capire a chi si riferiva Fassone qualche giorno fa quando ha detto che “uno o due errori li abbiamo commessi…” Stava mica pensando a Mirabelli forse? “A pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si azzecca” diceva Giulio Andreotti, uno che di uomini e vita si intendeva, eccome…
Fonti: Radio 24, Calcioefinanza.com