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Milan: no dell’UEFA, il brutto deve ancora venire. E ridevano di noi…

Indice dei contenuti

1 Milan: L’UEFA dice no al Voluntary2 Gli scenari futuri3 Che senso ha avuto l’ultimo mercato?4 Le ironie sugli acquisti dell’InterMilan: L’UEFA dice no al Voluntary

Come era ampiamente prevedibile, l’UEFA ha rigettato la richiesta del Milan per il voluntary agreement che avrebbe salvato la società rossonera da possibili sanzioni. L’organo europeo ha ritenuto troppo ampie “le incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito che deve essere rimborsato a ottobre 2018 e le garanzie finanziarie fornite dai maggiori azionisti”. Le difficoltà che la società sta incontrando nel rifinanziamento del debito da circa 300 milioni di euro verso il fondo americano Elliott e l’indagine del New York Times di alcuni giorni fa sulla situazione patrimoniale di Mr. Yonhong Li hanno pesato in maniera decisiva.

Gli scenari futuri

La situazione per la società rossonera adesso cambia radicalmente. Il suo destino non è più nelle sue mani ma solo in quelle dell’UEFA. A Nyon nella prossima primavera si valuteranno di nuovo le condizioni economiche e patrimoniali per decidere questa volta sul settlement agreement. Cioè il provvedimento che stabilisce le sanzioni e le restrizioni cui una società viene assoggettata per un periodo di tempo prestabilito per farla tornare nei parametri del FFP. Sarà difficile che il Milan venga escluso dalle prossime competizioni europee, e forse è anche giusto così. Potrebbe però scattare un provvedimento simile a quello che Thohir concordò con Nyon tre anni fa. Un periodo ipotizzabile in tre anni, nei quali la società possa contabilizzare una perdita al massimo di trenta milioni di euro. Se così fosse la soluzione avrebbe due soli strade da perseguire obbligatoriamente: riduzione dei costi e plusvalenze. Se così fosse si aprirà un periodo terribile per i rossoneri, una lunga traversata nel deserto delle vacche magre, senza possibilità di agire sul mercato e con l’obbligo di vendere prima di comprare.

Che senso ha avuto l’ultimo mercato?

E’ giusto allora chiedersi quale senso abbia avuto un mercato così dispendioso come quello realizzato dal Milan la scorsa estate. Acquistare ora per non caricare di costi i prossimi bilanci ci avevano spiegato. Ok, ma se i risultati sono questi ci sarà da riflettere a casa Milan. 200 milioni investiti per giocatori che da un lato non stanno portando i risultati di classifica sperati e con alcuni di loro ancora da pagare con soluzioni pluriennali che appesantiranno i prossimi bilanci. A noi continua a non sembrare una operazione di grande lungimiranza, anche in ottica FFP. E a pochi mesi distanza, sarebbe interessante chiedere un giudizio su quel mercato ai tanti addetti ai lavori che magnificavano, esultavano, alzavano odi e cori di gioia a quella raffica di acquisti.

Le ironie sugli acquisti dell’Inter

Senza dimenticare le contemporanee ironie che gli stessi riversavano su Sabatini e Ausilio per gli acquisti di Borja Valero , Vecino e Skriniar. I due dirigenti nerazzurri hanno lavorato in condizioni estreme proprio a causa dei vincoli imposti dal FFP. Resterà fatidica quella maledetta data del 30 giugno entro il quale dovevano essere realizzate 30 milioni di plusvalenze. Doveva vendere Perisic l’Inter per sopravvivere, dicevano. Qualcuno sognava la cessione di Icardi… . Quei sorrisi, quelle prese in giro non ce le siamo dimenticate, siamo gente con la memoria di elefanti noi interisti. Quello stesso elefante , come ha detto recentemente Spalletti, che tanti altri dovrebbero spostare per capire bene come stanno le cose. Ora gli equilibri da spostare arrivano davvero, e di quelli tosti. In bocca al lupo…