Indice dei contenuti
1 Quando gira la ruota….2 Battuta d’arresto, delizia dei gufi3 Una metamorfosi inattesa, ma…4 Critiche esagerate, commenti disfattisti. Ragioniamoci…5 Obbiettivo, rimanere in corsaQuando gira la ruota….
…girano gli attributi, è normale. Oggi è pure il 17 Dicembre, parliamone…Non ne facciamo una questione esistenziale, ma c’è chi a certi numeri lega la superstizione e attribuisce poteri malefici. Vogliamo analizzare questo 17? Ok, sarà un caso, ma ieri è arrivata la prima sconfitta, la prima dopo 16 partite e quindi cadiamo vittime di influenza da gufi. Se però vogliamo trovargli un lato positivo, possiamo farlo abbinando questo numero ad un nuovo primato di Icardi. Goal n. 17 in 17 incontri, una media formidabile che lo colloca tra i migliori bomber in Europa per la stagione in corso. Peccato che l’epilogo non sia stato quello che, al termine del primo tempo, a molti pareva più che probabile. Ma non sempre la ruota può girare come si vorrebbe, e fatalmente prima o poi poteva invertire il senso.
Battuta d’arresto, delizia dei gufi
Da molti era auspicata, attesa e invocata, e la prima sconfitta è finalmente (per loro) arrivata a ridare fiato ai tromboni della critica e dei gufi, a pontificare negli studi tv. Inopinatamente, nonostante a qualcuno fosse parso di udire sinistri scricchiolii dopo i 120 minuti col Pordenone giocati da un’Inter poco credibile. Partita con 8 rincalzi su 11, rinvigorita tardivamente da alcuni big rimasti in panchina, affannata in una qualificazione arrivata solo alla lotteria dei rigori. Ma una partita così non poteva e non doveva far testo sul rendimento complessivo. C’erano ragioni per ritenere che l’avversario di oggi, l’Udinese con Oddo nuovo mister, sarebbe stato superato senza eccessiva fatica con il ritorno alla formazione titolare. E nonostante lo 0-0 parziale, la sensazione era che l’Inter avrebbe potuto essere tranquillamente in vantaggio almeno di 2 goal, con numerose occasioni fallite di pochissimo.
Una metamorfosi inattesa, ma…
Le sconfitte bruciano sempre, soprattutto quando pareva di avere saldamente in mano la partita. Invece di mettere nel sacco almeno 3 goal possibilissimi e intascare i 3 punti, li abbiamo persi incassando 3 goal evitabilissimi. Grossi errori, dal primo sfortunato di Santon che innesca l’azione del vantaggio udinese, aggravato dalla manata in area che regala il rigore. I nerazzurri reagiscono, ma la lucidità non è più quella dell’arrembante primo tempo, e ancora si fanno i conti col campionato parallelo, quello dei legni. Tocca a Skriniar stampare sulla traversa il possibile 2-2, che non arriva. Infine, dormita collettiva sul terzo goal, metamorfosi negativa. Barak, che quasi moriva di solitudine in area, dimenticato da tutti quelli che avrebbero dovuto e potuto stargli alle costole. Può succedere, ma siamo gli ultimi a cancellare quello zero, dopo che era già toccato alla Juventus per ben 2 volte, ed al Napoli per mano della stessa Juve.
Critiche esagerate, commenti disfattisti. Ragioniamoci…
TgRegione Lombardia, il commento di un giornalista RAi. Una analisi bugiarda, carica di critiche esagerate, non condivisibili se non riferite specificamente alla partita in oggetto. Il commento suonava quasi da campana a morto, insinuando che la squadra mostrava gravi limiti tecnici e caratteriali. Ma tacendo sul primo tempo, che aveva visto un dominio pressochè totale. L’Udinese, a parte un paio di discrete azioni in attacco, aveva rischiato un passivo pesante. Limiti tecnici e debolezza di carattere, magicamente materializzati in un quarto d’ora di intervallo? Ora mi sembra decisamente esagerato cadere nel solito squilibrio nei giudizi, in quei termini si svaluta il lavoro notevole svolto da Spalletti fin qui. Non solo, ma si riaccredita la tesi sostenuta da quanti sono soliti citare il cammino dell’Inter determinato da quel Kulovic, che a detta loro oggi era l’unico assente. Molto presente invece il pubblico dei gufi.
Obbiettivo, rimanere in corsa
Invece, serve quella lucidità necessaria a non cadere nel classico errore di gettare via acqua sporca e bambino dentro, rievocando il Santon-bidone e addebitandogli la sconfitta. Ritengo possibile restare in alta quota fino alla fine, senza dimenticare che gli obbiettivi iniziali più volte dichiarati erano quelli di un piazzamento utile in zona Champions. Detto questo, nessuno nega e tutti sapevano che manca ancora qualcosa, e qualcuno, per il salto di qualità definitivo. Ma ad oggi, sarebbe stupido ignorare che siamo già stati in testa 2 volte, rimaniamo in corsa e non a caso a 2 giornate dalla fine del girone. Spesso tra noi tifosi c’è chi ama farsi del male, quasi per rispecchiare la fama della “pazza Inter“, passando disinvoltamente dalle stelle alle stalle. Aiutiamo piuttosto la squadra a ritrovare velocemente i ritmi ed i giusti equilibri, altrimenti che ci stiamo a fare, a riempire i social di parole online?