Cena Milan, piatto vuoto e freddo
Cari cugini, dieta discutibile…
Probabilmente verrà recuperato l’appetito in altre occasioni, ma se possiamo permetterci di ficcare il naso nei vostri turbamenti, pensiamo che abbiate un dietologo leggermente inopportuno. Perchè imporre l’abrogazione di un rito come una cena natalizia, che non dovrebbe aver nulla da spartire con la classifica del campionato? Si può capire il ritiro anticipato, più sedute di allenamento e rigore da parte della dirigenza, insoddisfatta dei risultati quanto i vostri tifosi. Ma da dirigente del Milan avrei evitato altri malumori, già evidenti nell’ambiente, sostituendo con un discutibile piatto freddo un rito distensivo che dovrebbe unire, e non dividere.
Un capitale umano da non disperdere
Nell’ultima campagna acquisti del Milan, sono volati via ben 220 milioni di Euro per introdurre nell’organico una notevole quantità di nuovi elementi. Era difficilmente ipotizzabile centrare l’amalgama ideale al primo tentativo, e fatalmente la rosa a disposizione ha influito sulle scelte di Montella. Anzichè suggerirgli una via maestra da seguire con una formazione base e pochi ritocchi, ne ha confuso le idee per eccesso di disponibilità. Il risultato lo abbiamo visto tutti e quel Gattuso, vostro eroe di tempi andati che avete chiamato in panchina, ha potuto fare poco o nulla per chiudere le falle. Aveva il timone di una barca che stava facendo acqua, e con la linea di galleggiamento così vistosamente superata c’è poco da agitarsi. Conviene non disperdere l’equipaggio, capitale umano costoso e male utilizzato, da non attirare nemmeno quel briciolo di fortuna che, invece, sta di solito con i più forti.
Solo chi cade può rialzarsi
E quindi, cari cuginetti (il diminutivo non vi offenda, è di circostanza…) ora è il momento di reagire, anche senza una cena che tradizione vorrebbe festosa. Rimettetevi in cammino con serenità e umiltà, come abbiamo fatto noi dopo il triplete, e la Juve dopo calciopoli. Perchè spesso non sono i milioni a fare vincente una squadra, ma è sempre una squadra vincente a fare poi i milioni. La storia insegna: chi cade può rialzarsi, ma serve efficienza, capacità e pazienza in società, sacrificio, coesione e dedizione negli spogliatoi. Sono ingredienti da ritrovare, indispensabili alla risalita di quei colori e quel nome che non può mancare nell’olimpo del calcio italiano e internazionale. Il gusto di quelle tradizionali sfide con le altre nobili è l’essenza di un calcio che non deve diventare insipido, scadendo al livello da mezza classifica o peggio. Per questo, al Milan rivolgiamo una supplica: a costo di uscire anche dall’Uefa, magari (!…) pure dalla Tim Cup, ma salvatevi!