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Inter: legge sui diritti televisivi, nerazzurri salvi, ma la Juve canta vittoria

Indice dei contenuti

1 Inter: le novità nella legge di stabilità2 La prima versione penalizzava le big3 Si scatena la Juventus e arriva l’emendamento4 Il 20% distribuito anche in base all’auditelInter: le novità nella legge di stabilità

Come ben conosciuto da chi segue il calcio non solo negli aspetti di campo ma anche nelle sue problematiche economiche, la gran parte dei ricavi dei club italiani proviene da una sola voce: i diritti televisivi.
Per questo ha suscitato curiosità ed attese l’approvazione della legge di stabilità di quest’anno da parte del Parlamento, che doveva prevedere un riequilibrio nella spartizione dei diritti a favore dei club più piccoli.
Ne parla diffusamente Il Fatto Quotidiano che ricostruisce la vicenda.

La prima versione penalizzava le big

La prima versione della legge prevedeva lo spostamento di circa 100 milioni di euro dai grandi club alle società medio-piccole.
Il testo, come noto, prevede(va) l’innalzamento dal 40 al 50% della quota da dividere in parti uguali. Ma la novità più sconvolgente sarebbe stata l’eliminazione di privilegi e criteri storici, in favore delle presenze allo stadio come fattore principale per il calcolo del cosiddetto “radicamento sociale” (che vale il 20% del totale). Per la Juve, che ha uno stadio molto piccolo rispetto alle altre big, questo sì che sarebbe stato un bagno di sangue.”
Per la Juventus, secondo Il Fatto, si stava profilando una perdita di circa 40 milioni di euro l’anno. Troppo per i gusti della Madama.

Si scatena la Juventus e arriva l’emendamento

Sono iniziate le dichiarazioni dei vertici bianconeri: “Si premi il merito, no all’assistenzialismo”, ha tuonato l’ad Giuseppe Marotta. Soprattutto, sono iniziate le pressioni sotto traccia, per smontare la riforma o quantomeno depotenziarla”.
Ed ecco scattare un emendamento ad hoc, supportato dal Governo, con il quale si dà una nuova interpretazione al criterio del “radicamento sociale”.
L’emendamento approvato dalla Commissione col parere favorevole del governo cambia le carte in tavola.
Infatti il 20% attribuito sulla base del radicamento sociale “sarà calcolata per il numero di spettatori paganti che hanno assistito dal vivo alle gare casalinghe e – questa è la novità – per “lo share televisivo certificato
”.

Il 20% distribuito anche in base all’auditel

Circa 200 milioni di euro che dunque non saranno distribuiti solo avendo riguardo le presenze allo stadio ma sommando a queste gli spettatori della pay per view.
Per molti si tratta anche di una scelta di buon senso che i diritti tv vengano ripartiti in base all’audience. Di certo, si tratta del criterio che più favorisce le big: il divario fra gli ascolti di una partita della Juventus, e una del Sassuolo (tanto per fare un esempio) è abissale.”
Dunque mentre con le sole presenze allo stadio la Juventus sarebbe stata penalizzata, calcolando gli spettatori televisivi il dato si modifica radicalmente.

La situazione dell’Inter

La norma ovviamente riguarda anche l’Inter. La società nerazzurra, in virtù dell’ottimo momento della squadra, è l’unica ad avere una media spettatori in linea con gli altri top club europei.
I 58 mila presenti di media che hanno affollato San Siro nei primi mesi di campionato rappresentano il dato più alto della serie A.
In riferimento alla suddivisione dei diritti televisivi, anche nella quota del 20% ripartito in base al radicamento sociale, l’Inter avrebbe tratto vantaggio se il calcolo fosse stato fatto esclusivamente sulle presenze fisiche allo stadio .
Il dato dei tifosi che seguono la squadra del cuore via TV vede i nerazzurri al secondo posto con un’audience di oltre 26 milioni di persone, seconda solo alla Juventus che ne conta quasi 30 milioni. L’Inter dunque riesce a limitare le perdite proprio grazie alla straordinaria partecipazione dei propri tifosi.

Fonte: Fatto quotidiano.it