(La Repubblica) Fabio Capello “L’Inter sarà una grandissima squadra”
Indice dei contenuti
1 Fabio Capello, dopo la salvezza con lo Jiangsu, parla della sua esperienza2 Capello, che ricordi ha del Natale passato in ritiro?3 Lazio-Fiorentina all’Olimpico, alle 21 del 26 dicembre. Un boxing day all’italiana che però ha fatto arrabbiare tutti.4 È il business…5 Come si trova in Cina?6 Come vincere uno scudetto?7 Zhang è il proprietario del Jiangsu ma pure dell’Inter…8 Le ricorda il primo Berlusconi?9 Dicono che per la panchina della nazionale invece qualcuno avesse pensato a lei.10 Ma è stato chiamato?Fabio Capello, dopo la salvezza con lo Jiangsu, parla della sua esperienza
Uno dei più grandi allenatori degli ultimi 30 anni, Fabio Capello, ha deciso di andare in Cina per dimostrare ancora qualcosa agli scettici e ce la sta facendo
Tornato in Italia per le feste, Capello, è stato intervistato da La Repubblica. Dalle partite nel periodo natalizio, all’Inter di Suning e i suoi piani per lo Jiangsu che verrà, chiudendo con la nazionale. Come sempre le parole del Mister friulano vanno ascoltate con molta cura perché, nascoste da qualche parte, c’è sempre una grandissima verità. Il calcio natalizio non gli dispiace affatto “Quelli della mia generazione sono abiutati, si giocava sempre durante le feste.”
Capello, che ricordi ha del Natale passato in ritiro?
“Un anno, giocavo nella Roma, l’appuntamento per il raduno era all’una di notte del Capodanno all’Hilton. Quella volta il mitico massaggiatore Minaccioni arrivò in ritardo prendendosi una ramanzina: aveva fatto tardi perché era usanza tirare la roba vecchia dalle finestre e le strade erano invase dai cocci. Bucò tre o quattro gomme della macchina: “Mortacci loro”, urlava per tutto l’albergo. Adesso al massimo prenderebbe un mortaretto.”
Lazio-Fiorentina all’Olimpico, alle 21 del 26 dicembre. Un boxing day all’italiana che però ha fatto arrabbiare tutti.
“È sbagliato l’orario, alle 21 è troppo tardi, significa uscire dallo stadio a mezzanotte, col freddo, con tante persone che il giornodopo lavorano. Come si fa? Se si decide di giocare in un giorno festivo, bisogna anticipare, aiuterebbe la gente.”
È il business…
“Vero, comandano le tv. Ma gli orari vanno studiati, e so che c’è chi lo sta facendo per trovare le migliori collocazioni non solo per la pubblicità. In Inghilterra però l’ultima partita del boxing day si gioca il pomeriggio, importante sarebbe non solo copiare ma migliorare la copiatura. Sennò fai come quelli che all’Università scrivono un libro copiando dal collega.”
Come si trova in Cina?
“È stata una scelta voluta. Volevo rispondere sul campo a chi mi accusa di aver allenato solo squadre che potevano vincere il campionato. Invece ho preso il Jiangsu Suning che era penultimo, abbiamo chiuso il girone di andata con 8 punti, in quello di ritorno ne abbiamo fatti 23. Ci siamo salvati con tre turni d’anticipo: esaltante.”
Come vincere uno scudetto?
“Una tensione persino superiore. Anche perché le qualità dei singoli, in fondo alla classifica, non ti permettono di sperare nella giocata individuale, non puoi inventarti nulla. Ma abbiamo centrato l’obiettivo. Era una cosa che volevo, un punto d’orgoglio.”
Zhang è il proprietario del Jiangsu ma pure dell’Inter…
“Alt. Io e il presidente non abbiamo mai parlato dell’Inter. Ma un’idea me la sono fatta. L’Inter sarà una grandissima squadra. Lui ha intenzioni magnifiche, è un uomo che intende dominare, è un comandante vero,stando qui ho avuto la possibilità di incontrarlo spesso e ogni volta è stata importante.”
Le ricorda il primo Berlusconi?
“Berlusconi era più fantasioso, aveva una visione da sognatore. Zhang è molto concreto. Ma anche molto duro: è uno che se ha una critica da farti te la fa, è martellante nel farti arrivare le proprie idee, ma sempre con uno sguardo costruttivo. Esci da un colloquio con lui e anche se ti ha strigliato, ti senti arricchito perché hai capito la lezione.”
Dicono che per la panchina della nazionale invece qualcuno avesse pensato a lei.
“Non lo farei mai, ho smesso.”
Ma è stato chiamato?
“In ogni caso, sono in Cina….”