Indice dei contenuti
1 Inter, come nelle favole2 Un timore mai sopito davvero3 Ripartire con vesti rinnovate4 Le parole di Spalletti5 Obbiettivo quarto postoInter, come nelle favole
La favola di Hans Christian Andersen è del 1837 e da allora non ha mai cessato di insegnare un grande principio ai grandi ed ai piccoli: se il vestito non c’è prima o poi qualcuno se ne accorge e a quel punto crolla il castello di tutte le vanità.
Il Re nerazzurro si è ammantato di nobiltà per 16 domeniche, in cui il sarto miracoloso Spalletti è riuscito a cucire addosso alla squadra un vestito apparso perfetto nei colori, nelle tinte, nelle dimensioni.
Quelle vesti sontuose hanno fatto credere al popolo nerazzurro di avere un re potentissimo, che potesse dominare in lungo ed in largo.
Un timore mai sopito davvero
Ma in effetti molti di noi in questo periodo hanno pensato (magari senza dirlo, per non essere tacciato di disfattismo o peggio ancora di gufismo) che quel vestito era troppo bello per essere vero.
Troppo ampia e troppo antica è l’esperienza dei tifosi per non attendersi qualche sorpresa da un momento all’altro, troppo resistente all’usura del tempo la fama della Pazza Inter.
Però il re continuava imperterrito a sfoggiarlo, tutte le domeniche, una dietro l’altra, e dunque nessuno osava fiatare.
Nel secondo tempo con l’Udinese, il re si era appena appena distratto, e si erano iniziate a vedere le mutande sotto le vesti prestigiose.
Oggi a Reggio Emilia la rivelazione finale “il re è nudo” davvero.
Ripartire con vesti rinnovate
Ora arriveranno a stuole quelli dell’ “io l’avevo detto”. Restino pure dove sono stati fino ad oggi, l’Inter ha bisogno di altro.
Ora il nostro re ha bisogno di ricucirsi addosso un vestito vero, che lo copra dal freddo nelle prossime domeniche tempestose che aspettano la squadra.
Un vestito magari semplice, magari rinforzato da qualche accessorio reperito a buon prezzo sul mercato, ma che possa riparare il sovrano dal branco degli assalitori.
Uscendo, ma non più di tanto dalla metafora della favola, le parole di Spalletti oggi dopo il ko emiliano, dimostrano quanto il mister sia preoccupato da queste nudità.
Le parole di Spalletti
“Ora siamo a un punto dove qualcosa va cambiato, c’erano delle certezze e qualcuno andava fatto sentire più importante, ora se qualcuno non regge questo livello va messo in discussione… niente va buttato a mare dobbiamo solo analizzare in maniera seria quello che è successo. Ci saranno gli scontenti ma noi sappiamo dove dobbiamo andare e sappiamo fare il nostro lavoro“.
Il velo è caduto, ora occorre cambiare i panni della squadra. Il mister lascia chiaramente intendere che lo sa, che qualcuno lo sta deludendo e che lui sa dove andare a parare.
Volendo interpretare le parole del mister, Brozovic ci sembra il più “sospettabile” tra quelli sotto accusa, ma non ci sarebbe da stupirsi se sul banco degli imputati finisse pure Perisic, che da un paio di mesi pare il cugino di quello che conoscevamo.
Obbiettivo quarto posto
Ci auguriamo di cuore che Spalletti sappia dove e come intervenire, perché il suo lavoro in questi mesi è stato enorme e positivo, e di fronte a questa opera di ricostruzione ed ai risultati che ha prodotto, nessuno può sentirsi in diritto di buttare nel gabinetto il bambino insieme all’acqua sporca.
Il quarto posto è il nostro obbiettivo, nessuno chiede di più al mister e alla squadra, e chi si era illuso “mal gliene incolse”. Ma per arrivarci occorre più di quanto fatto fino ad oggi e se qualcuno non se la sente si faccia da parte.