Il presidente del Sassuolo Squinzi non perde occasione di punzecchiare i nerazzurri
Non sapremo mai da dove derivi tutto questo astio da parte del presidente dei neroverdi Squinzi nei confronti dei nerazzurri. Certo, la sua fede milanista potrebbe essere la miccia che accende l’esplosivo. Ma non basta, se ogni volta, sia che il Sassuolo affronti l’Inter, sia che sia impegnato con altro avversario, il patron della Mapei trova sempre la scappatoia per parlare di noi.
Ecco cosa ha detto, intervistato dalla “Gazzetta dello Sport” a proposito della gara odierna: “Mi piace sempre l’idea di batterla“. E poi ha rincarato la dose, quando ha detto di conservare, nel suo ufficio, una targa a ricordo di Inter-Sassuolo 0-1, del 10 gennaio 2016. “Una data da ricordare“, le sue parole.
Un presidente, grande imprenditore, che conserva una targa in onore di una semplice partita di campionato sicuramente ha qualche problema grosso. Un problema non risolto nel suo passato. Allora ci viene in mente: ma non è che Squinzi una volta era interista, ripudiato e costretto a virare sul Milan? Non ci sono spiegazioni, altrimenti, ai suoi continui attacchi, gratuiti e senza un briciolo di senso.
Non è ammissibile, infatti, che un presidente parli di noi una volta sì e l’altra pure. Pensasse alla sua squadra, alle sue assurde uscite, ai 50 milioni chiesti per Berardi, un giocatore che adesso è praticamente svalutato. Il calcio non si fa con le chiacchiere, né con le battute al veleno. Ci vuole signorilità, questa sconosciuta.
Caro Squinzi, ti avrei fatto fare volentieri quattro chiacchiere con Peppino Prisco, uno che a sentir uscire la parola Inter da bocche indegne avrebbe trovato un modo, garbato e di classe, di spegnere ogni tentativo di attacco ai colori nerazzurri. Anzi, a essere sinceri, chissà che non lo faccia, giacché lo sento che si sta già rivoltando nella tomba.