Inter: Giacomo Leopardi, sommo poeta, aveva già capito tutto dei nerazzurri

Indice dei contenuti

1 Inter, Leopardi ed il pessimismo2 L’illusione della felicità3 Il poeta pensava all’Inter?4 La ragione svela le illusioni5 Ma la ragione è l’unica arma per risollevarsiInter, Leopardi ed il pessimismo

Inter: quella nerazzurra è una squadra leopardiana, su questo ormai ci sono pochi dubbi. Le riminiscenze scolastiche ci riportano alla memoria il pessimismo che caratterizza tutta l’ opera del poeta marchigiano. Da quello individuale degli inizi, a quello storico fino a quello cosmico de “La ginestra” e delle sue ultime poesie. E’il pessimismo storico, quello che avvolge da ieri sera la gran parte dei tifosi nerazzurri, quello che vede in maniera negativa il tempo presente in quanto conseguenza della storia, della decadenza e della condizione originaria di felicità che si allontana sempre di più.

L’illusione della felicità

Se l’uomo è infelice, afferma il poeta, la natura offre come rimedio le illusioni, le immaginazioni della felicità stessa che offrono brevi momenti di gioia e spensieratezza. Ma le illusioni sono destinate a cadere per mano stessa dell’uomo, proteso nella rincorsa al progresso con la forza della ragione. Quindi è proprio la ragione a chiudere il momento dell’illusione. “All’apparir del vero tu misera cadesti…” le parole che più che a Silvia sembrano dedicate all’Inter dal poeta di Recanati.

Il poeta pensava all’Inter?

Viene fin troppo facile applicare lo schema del pessimismo leopardiano ai nerazzurri. Assumere quale condizione originaria di felicità dell’uomo nerazzurro il 2010 non pare un insulto. Da quel momento si apre lo stato di infelicità, mai tacitata, mai soppressa nell’animo del tifoso in questi lunghi anni. Solo le illusioni ci hanno fatto dimenticare per qualche breve periodo la nostra condizione. Le sedici giornate tra la Fiorentina ed il Chievo hanno costruito questo paravento, questo schermo, che ha permesso agli uomini nerazzurri di vivere un breve spazio lontani dal dolore e dalle sofferenze. Poi è arrivata la ragione, a distruggere questo sogno. Quella forza razionale che ieri sera, dopo Udinese e Sassuolo, con una violenza distruttiva ha svelato l’effettiva dimensione di Brozovic e Joao Mario, cioè il niente applicato al calcio. Quella ragione che permette di vedere senza infingimenti che nonostante la vittoria all’Olimpico ed i pareggi al San Paolo ed allo Stadium, Juve, Roma e Napoli hanno rose qualitativamente superiori a quella nerazzurra.

La ragione svela le illusioni

Il nostro momento non di felicità ma di sembianza di essa è passato, la forza della ragione ha svelato la vera dimensione del gruppo di Spalletti. L’Inter ha preso coscienza di questo. E ora proprio la consapevolezza deve dare alla squadra, a Spalletti ed anche ai tifosi la forza per non cadere nel definitivo pessimismo cosmico. Il mister ed i ragazzi devono trovare dentro di loro le forze per reagire, per dare la sterzata necessaria ad invertire la rotta già fin da sabato, nello scontro fondamentale con la Lazio.

Ma la ragione è l’unica arma per risollevarsi

Se la ragione distrugge le illusioni, è la ragione stessa l’arma dell’uomo nerazzurro per ribellarsi al destino che ci vorrebbe ancora una volta comprimari. La razionalità che il mister di Certaldo dovrà ricostruire di nuovo nella testa dei giocatori e nel loro modo di stare in campo sabato prossimo. Perché l’Inter di poche settimane fa ha dimostrato di avere le doti per non soccombere con nessuno. Giacomo Leopardi, poeta del pessimismo, vivrà la gloria della sua arte in eterno. Noi nerazzurri, ancora una volta vittime del pessimismo, saremmo invece contenti di poter fare anche solo un brindisi il prossimo maggio.