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Casualità, nel calcio una costante incidenza

Indice dei contenuti

1 Dalle stelle alle stalle, andata e ritorno2 Un ciclo negativo per l’Inter, ma…3 Tra equivoci e rivelazioni4 Un mistero mai svelato5 E ora la Lazio,  ma nessun Messi nè CR7…Dalle stelle alle stalle, andata e ritorno

Signori, interisti e non, il calcio è da sempre in gran parte determinato da episodi e incidenza di casualità positive e negative che, sommate, daranno una risultante finale. Squadre che viaggiano in aritmìa, a cicli alternati di alto/medio/basso rendimento, tra stato di forma psicofisica dei singoli, organici ridotti, infortuni, squalifiche. Basta poco per rompere equilibri precari e passare in due, tre partite dalle stelle alle stalle o viceversa. A meno che non si parli del Real, del Bayern o del Barcellona della situazione, squadroni stellari in grado di imporre in ogni caso la propria superiorità, creando una netta linea di demarcazione tra loro e la “plebe”.

Un ciclo negativo per l’Inter, ma…

In Italia, solo la Juventus dispone di una rosa di giocatori di alto livello, in grado di garantire pressoché ogni ricambio per ruolo. Nonostante ciò ha perso anche lei 2 partite, e prima dell’Inter, per varie cause che possono definirsi episodi, salvo poi riprendere un cammino a passo spedito. Un ciclo più pesantemente negativo, allo stato attuale, è quello dell’Inter, ma penso (spero…) stia per esaurirsi, considerato il velo calato nelle ultime 5 partite. Non è andata oltre un solo gol segnato e 5 incassati, ma con molte occasioni svanite di pochissimo, buoni periodi di dominio e un rigore fallito. E’ vero, panchina corta e qualche carenza nella varietà dei temi d’attacco e centrocampo, ma aveva pur mostrato solidità difensiva e doti caratteriali in progresso. Nonostante le 2 battute d’arresto, naviga comunque in posizioni di alta classifica, ben oltre ogni previsione. Per quale fondato motivo dovrebbe aver iniziato una parabola discendente tale da riportarla al punto zero del campionato scorso?

Tra equivoci e rivelazioni

Rispetto al campionato scorso, fino a qualche partita fa si parlava apertamente di gran lavoro mentale di Spalletti, tecnico di esperienza consolidata e con discreti attributi. Gli si accreditava il sorprendente recupero di elementi destinati al mercato come Nagatomo, D’Ambrosio, Santon, nonchè di aver rigenerato lo spogliatoio. E i risultati gli davano ragione, riconosciuti anche dalla critica e confortati poi dall’inserimento molto positivo di un forte difensore come Skriniar. Una piacevole rivelazione, ormai più che una promessa, avvalorata da voci di mercato che lo indicano nel mirino di grandi club europei.

Se invece vogliamo parlare di equivoci, dietro le quinte ne sono comparsi più di uno. Quello attuale si pronuncia Joao Mario, ed è un equivoco maturato sul campo ma che pare stia per risolversi con la cessione. Quello che forse più ha stupito, riguarda quel tale Gabigol e la scia dei 30 milioni di Euro pagati per strapparlo al Barcellona. Dalla squadra brasiliana di provenienza, il Santos, pareva destinato a sbarcare in Spagna e duettare con Messi. Il Barcellona pare vantasse un’accordo preventivo sul giocatore, che invece venne arpionato dall’Inter e presentato in pompa magna ad Appiano.

Un mistero mai svelato

Il mistero dell’intreccio di voci che tentavano di dare una spiegazione plausibile al mancato impiego di Gabigol, è proseguito per una intera stagione. E le ultime dichiarazioni del suo procuratore lasciano ancora più perplessi: (http://www.fcinter1908.it/primo-piano/entourage-gabigol-al-benfica)

“Le cose al Benfica non sono andate come ci aspettavamo – ha confessato César Bonaventura -, non perché Gabriel non abbia qualità, ma perché l’allenatore fa delle scelte e nessuno può discuterle….. Gabriel è un grande professionista, una bellissima persona, non molla mai e avrà …”.

Ok, seconda puntata della telenovela e identica conclusione, Gabigol niente gol. Eppure qualcosa deve esserci, per spiegare questa idiosincrasia verso un giocatore di cui ci si ostina a cantare le lodi lasciandolo a cuccia.

E ora la Lazio,  ma nessun Messi nè CR7…

L’Inter è al terzo posto, mentre il Milan che ieri ha vinto il derby di Coppa Italia meritatamente nel complesso, è 11°, sedici punti sotto l’Inter. Sabato arriva la Lazio a S.Siro, buona squadra e grandi potenzialità, ma per Dio… non ci gioca Messi o CR7, e già c’è chi si strappa i capelli e teme tracolli. Ve lo ricordate l’Inter-Lazio sotto Natale nella passata stagione? 3-0, doppietta di Maurito e missile di Banega in una delle poche apparizioni alla sua altezza. Tifosi inquieti, uomini di poca (scarsa) fede, l’Inter è pazza nel male e nel bene, ricordatevelo! Se è crisi quella dei nerazzurri, come definire se non tragedia quella del Milan? La semifinale Tim Cup è uno zuccherino in un secchio di amarezze, 220 milioni per 10 nuovi giocatori e ambizioni annegate a 9 punti dalla retrocessione. Un abisso, a prescindere dalla distanza che separa le squadre, e remota anche la possibilità che il Milan ripeta la rimonta dello scorso campionato. All’Inter quel quinto posto sfuggiva per una “zampata” di Zapata, che pareggiò il derby di ritorno in recupero quasi scaduto…