Spalletti in conferenza alla vigilia di Inter-Lazio
Alla vigilia della delicata sfida contro la Lazio ha parlato Luciano Spalletti in conferenza ad Appiano Gentile. Ecco le parole del tecnico di Certaldo.
Il momento dell’Inter
“Se noi a questo punto ci fossimo arrivati con due sconfitte contro Juve e Napoi in precedenza e avendo vinto o pareggiato una di queste due partite, il modo di vederci sarebbe stato diverso. Siccome questi calciatori hanno fatto cose eccezionali prima, diventa facile andare a trovare qualche difficoltà ora. Siccome abbiamo fatto tutto da soli noi abbiamo la possibilità di trovare noi la soluzione. In un momento così riesci a conoscere in profondità le tue qualità individuali. Così riesci a trovare la forza per reagire ed essere pronto nella ricerca del tuo obiettivo. Nessuno può darti la soluzione di quello che vai cercando. Noi abbiamo determinato che ci potessero dire qualcosa oggi perché abbiamo fatto cose eccezionali, dobbiamo aver chiaro chi siamo e da dove veniamo. Sapendo che siamo forti non potremo mai essere in grande difficoltà se non vogliamo esserlo, abbiamo le soluzioni e lo abbiamo mostrato”.
Bisogna essere ottimisti
“Nel calcio ci sono momenti in cui va tutto storto e devi lasciar scorrere il tempo per reclutare le energie, perché da lì nasce la reazione. Bisogna pensare in maniera corretta non per essere positivi, ma perché abbiamo dati che non ci permettono di essere pessimisti. Si portano questi dati di fatto di ciò che è successo da quando ci sono io. Questi dati che si possono mettere in evidenza andandoli a prendere tutti mostrano le soluzioni a ciò che cerchiamo. Poi, gli obiettivi vanno bene ma la differenza la fa l’organizzazione, le procedure, il modo di lavorare che devono essere più riconoscibili e chiari”.
Innamorato dell’Inter
“Ci sono gli spaventatori professionisti e bisogna esserci abituati. Ora si rischia il quarto posto, ma succede per tutto il campionato. Mi riferisco non solo ai giornalisti, ma a chiunque parli di Inter. Poi è chiaro che in questo tragitto abbiamo organizzato un lavoro e abbiamo numeri da portare a supporto. Cosa può far cambiare idea? Quello che è successo finora e questi calciatori hanno fatto vedere di avere i colpi in canna per risolvere le partite. Bisogna ricordare il contesto in cui si lavora, è quello che hai costruito e dentro la persona si ritrova, dentro ciò che ha fatto finora. Questo contesto ti restituisce la forza che hai. Mi sembra che i tifosi dell’Inter lo stiano facendo da soli, se non sbaglio supereremo i 60 mila anche domani e loro sono quelli che hanno in testa la soluzione, hanno fiducia in quello che possiamo fare e vengono a supportarci per questo. I giocatori la pensano come me. Se durante le vittorie sono diventato più interista, ora che si è perso e ho visto le reazioni dei tifosi ne sono innamorato. Per cui è un processo di cose da fare ben riconoscibile, mettendo bene a punto i comportamenti da avere. Dobbiamo creare esempi che siano riconoscibili. Se un giocatore fa un passaggio timido, tutti diventano timidi perché oggi si prendere il verso di come va quella cosa. Se uno fa un contrasto forte tutti ne seguono l’esempio. Bisogna lasciarci contagiare da quello che siamo, una squadra forte”.
Gioco prevedibile?
“E’ un’analisi corretta ed è corretto che tu dica che centralmente bisogna palleggiare meglio e con più qualità, penetrando di più per vedere cosa c’è dietro la linea difensiva. Ma sono caratteristiche su cui bisogna mettere mano per completare le nostre qualità. I giocatori della Lazio sono bravi in fase offensiva quando perdi palla, ribaltano l’azione a campo aperto. Sono caratteristiche di squadra”.
Le risposte sul campo
“Ho avuto risposte parziali. Ma rimango dell’idea iniziale finché non finisco. A me piacciono i calciatori che alleno, hanno le qualità per arrivare a quello che è un lavoro programmato in maniera corretta. Noi dobbiamo avere un modo di lavorare corretto che giorno dopo giorno ti porta all’obiettivo, perché chi parte solo con l’obiettivo alla fine perde. ogni giorno serve un mini traguardo da portare a casa, difficilmente raggiungi un traguardo senza la somma del premio giornaliero. Noi si lavora in maniera corretta, si deve portare a casa l’obiettivo giornaliero che dà poi la forza di squadra e il risultato collettivo”.
Il percorso di Joao Cancelo
“Cancelo ora ha delle conoscenze superiori per quella che è la fase difensiva che va fatta correttamente da noi che abbiamo equililibri sottili per cui dobbiamo lasciarlo libero e coprirgli le spalle. Però poi queste qualità offensive le ha e ce la fatte vedere. Ora è più facile per gli altri capire il suo gioco e migliorerà di volta in volta. Partendo dal basso è una risorsa importante”.
Parte chi pare a noi
“Mercato? Fino a che Ausilio non dice a un giocatore che è di un’altra squadra andrà via se no rimane qui. Può mettere il muso in due partite ma butta via occasioni e danneggia la squadra e se stesso. A gennaio si vede, se c’è il contesto giusta va via chi pare a noi non chi vuole andare via”.
Deluso da Joao Mario?
“E’un ragazzo semplice da capire perchè ha una correttezza esagerata nel modo di allenarsi e nello spogliatoio, non mi ha mai detto niente di strano. Poi ci sono le voci, vere o false, ma lui è un ragazzo per bene e corretto professionalemnte. Mi dispiace che gli sono capitati due palloni e non li abbia sfruttati. Se lui ha pensato di andar via ha buttato via un po’ di attenzione in quelle occasioni perchè abbassi la concentrazione. Lui è dispiaciuto, poi però si è allenato bene e professionalemnte mi interessa che i giocatori si allenano in maniera corretta e centrino l’obiettivo giornaliero e lui lo sta facendo”.
Allenatore e psicologo
“Abbiamo una squadra forte, è chiaro che una parte del lavoro è quella di spostare l’attenzione dove tu la vuoi spostare, io la voglio spostare sui i numeri che hanno fatto fino a questo momento qui e si riparte da li. Sono loro i padroni del loro destino, abbiamo le capacità di avere un destino forte. Uomini deboli destino deboli, uomini forti destini forti. Facciamo vedere che uomini siamo”.