Indice dei contenuti
1 Analisi tattica su Mauro Icardi2 Chi è Icardi?3 Come potrebbe giocare per la squadra?4 Perchè?5 CoincidenzeAnalisi tattica su Mauro Icardi
Focus Mauro Icardi | L’Inter pareggia in casa 0 – 0 con la Lazio e chiude questo 2017 con una parabola discendente e con una vittoria che manca da 6 partite. Nelle ultime 6 gare tra campionato e coppa che hanno visto l’Inter non trovare i 3 punti Mauro Icardi ha segnato solamente 1 gol, quello del pareggio contro l’Udinese. Potrebbe essere una coincidenza ma di rado l’universo è cosi pigro da creare coincidenze. No, c’è qualcosa di più profondo. Icardi, osannato da pubblico e critica dopo i 17 gol in altrettante partite ha subito una flessione, cosi come tutta la squadra. Mauro è stato in alcune occasioni meno rapace in area di rigore. In generale però il suo calo è dovuto ad una sterilità offensiva di cui l’Inter soffre da qualche giornata.
Vuoi che gli uomini di Spalletti abbiano risentito di una flessione a livello fisico, o che la Juve ha avuto la bella idea di spiegare che facendo più densità in fascia gli uomini di Spalletti sviluppano meno gioco ma da qualche tempo l’Inter fatica eccome a proporre trame offensive. A questo punto, con un gol segnato nelle ultime sei ed il rigore sbagliato sono tornate alla finestra le vecchie critiche. “Icardi non gioca per la squadra, Icardi si muove poco fuori area, Icardi, Icardi, Icardi…”. Osservando il gioco di Mauro rispetto ai movimenti di squadra mi sono chiesto se in effetti tutto ciò fosse vero, e come ogni buon detective sono partito dalle tre domande principali: Chi? come? Perchè?
Chi è Icardi?
Prima di tutto bisogna analizzare il tipo di giocatore di cui si parla. Il capitano non è Ibra, non è il giocatore che per fisico e potenza può fare reparto da solo. Non è neanche Messi, tanto per citare qualcuno nato dalle sue parti (Rosario, ndr). Non ha il dribling palla al piede, con cui è in grado di saltare 3 uomini e tirare dai 25 metri, è un animale diverso. Icardi è un prestigiatore d’area di rigore. Mentre Leo gioca a palla c’è palla non c’è in qualunque zona del campo, Mauro si è specializzato in un altro tipo di gioco. Un gioco che abita in una zona di campo specifica: l’area di rigore. Quello che Leo fà con la palla, Mauro dentro l’area lo fà con il corpo, gioca con i difensori ad un estenuante Mauro c’è, Mauro non c’è, fino ad apparire di nuovo nell’esatto momento in cui la palla passa vicino al suo piede.
Chiedere ad Icardi di giocare fuori dall’area in un certo modo è renderlo orfano del suo più grande talento, di casa sua: L’area di rigore. Questo non significa che Mauro Icardi debba giocare solamente negli 11, non 16, ma 11 metri, dove lui regna. Significa che il suo gioco fuori dall’area di rigore dovrebbe essere sviluppato, interpretato e reso al massimo. In modo semplice, Icardi non deve giocare per la squadra con il compito di iniziare l’azione, non ne ha le capacità. Può essere però quello che fà l’ultimo, o il penultimo passaggio prima di concludere. In questo Icardi (e qui mi assumo l’arroganza di dire che ho ragione) è molto bravo. Basta osservarlo, è un ragazzo calcisticamente intelligente e non si muove mai in maniera banale.
Come potrebbe giocare per la squadra?
Come è un concetto probabilmente nebuloso. Su 60 milioni di bipedi senzienti che abitano ad oggi l’Italia, questa domanda potrebbe avere almeno (mi tengo basso) 20 milioni di risposte diverse. La mia visione del come in realtà è abbastanza scolastica, molto semplice. Non fatevi ingannare da quel semplice però, perchè come diceva quel genio con la casacca Orange ed il 14 sulle spalle: “giocare a calcio è una cosa semplice ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile”. Icardi generalemente viene a prendere palla, di solito, 10 metri prima della metà campo, in una situazione in cui la difesa avversaria non è schiacciata dentro l’area.
Mauro si porta dietro il marcatore e riceve palla, in questo caso l’azione più elementare, da scuola calcio quasi è il gioco con il centrocampista. Palla avanti palla indietro. Mauro riceve e scarica sul centrocampista che può: lanciare l’esterno sulla corsa, lanciare l’altro esterno a tagliar fuori la difesa oppure premiare il traglio del trequartista che si infila nella fetta di campo lasciata libera dall’arretramento della punta. Altra situazione è quella in cui Mauro prende palla e gira subito sugli esterni, premiando la corsa oppure duettando nello stretto con passaggi rapidi. In ogni caso è una trama di gioco semplice quanto efficace quella che si dovrebbe sviluppare quando Mauro arretra la sua posizione. Tocchi rapidi ed idee sempre chiare.
Perchè?
Il perchè è legato a tutta la squadra in effetti. Se nel frattempo Spalletti ha trovato un’applicazione difensiva soddisfacente da parte della squadra, quella offensiva ha ancora parecchio da imparare. Di tutto ciò che è stato detto fin’ora l’Inter non ha mai messo in pratica quasi nulla, dal lato offensivo. Il problema risiede probabilmente nelle caratteristiche dei giocatori che compongono il pacchetto d’attacco nerazzurro. Gli esterni prediligono avere la palla tra i piedi prima di muoversi, cosi come il trequartista, non essendo di ruolo, tende a rimanera vicino al centrocampo più che attaccare lo spazio. In un azione come quella da scuola calcio di prima, entrambi gli esterni restano al proprio posto, mentre il trequartista rimane nella stessa zona di campo del capitano.
Questo lo vediamo in una situazione diversa, ma che possiamo prendere per analizzare in effetti i movimenti offensivi nerazzurri. Quando l’esterno arriva al cross dalla fascia, in definitiva Icardi attacca il primo palo, l’esterno dall’altra parte rimane in quella zona di campo tra la linea dell’area e quella dell’area piccola ed il trequartista si ferma un paio di metri fuori dall’area. In quel caso, o il cross è preciso per Icardi, o il capitano inventa un trucco di magia e si sposta dove arriverà la palla oppure è un cross nullo.
Coincidenze
L’Inter in questa stagione ha crossato qualcosa che và dai 450 ai 500 cross. Di questi solo 73 sono quelli che hanno creato una limpida occasione da gol (ricordatevi cosa ho detto prima delle coincidenze). In questo momento i movimenti degli uomini d’attacco di Spalletti sono troppo statici per poter permettere un gioco fluido. Avere Icardi che gioca per la squadra si può fare, ma deve essere fatto alle sue condizioni. Non si può pretendere che il gioco per la squadra di Icardi sia scendere a centrocampo, prendere la palla e saltare un paio di uomini. Non lo ha nelle sue caratteristiche, deve essere supportato da un gioco corale della squadra, fatto di movimenti e tagli che, ancora, l’Inter non riesce ad avere.
Questo non significa difendere ad oltranza Icardi sia chiaro. Deve ancora migliorare da quel punto di vista, deve migliorare ancora nella protezione della palla spalle alla porta ed in altri fondamentali. Però Icardi non sarà mai un giocatore che gioca con e per la squadra, lontano dalla porta, finchè la squadra stessa non ruoterà insieme a lui. Nelle ultime partite è arretrato più del solito a causa dei pochi palloni atterrati in area. Ogni volta che si è guadagnato un tempo di gioco con la palla scaricata verso l’esterno, poi si è dovuto temporeggiare sulla fascia perchè in area non c’era nessuna casacca nerazzurra. Questo è figlio di un gioco d’attacco ancora non fluido e, probabilmente in un 4-2-3-1, della mancanza di un trequartista puro, cosa che oggi all’Inter sembra indispensabile.