Ranocchia: è lui l’uomo simbolo del 2017 nerazzurro

Ranocchia esempio di serietà

Se cerchiamo un giocatore che possa ben rappresentare il 2017 nerazzurro, chi meglio di Andrea Ranocchia?
Un capitano annientato dalle critiche, esiliato, deriso, costretto ad espatriare poi rientrato e restato per assenza di alternative. Uno non diventa capitano dell’Inter se non ha qualità. Che siano tecniche, morali, legate all’anzianità, poco importa. Ranocchia le sue qualità le ha dimostrate tutte, fino in fondo, con grande modestia ma anche con una forza d’animo ammirevole. Non è facile toccare il fondo nella considerazione dei tifosi come era capitato a lui e, nonostante ciò, decidere di scommettere ancora una volta su sé stesso. Lui lo ha fatto, in silenzio, aiutato da Spalletti e dai compagni, lasciando da parte le parole inutili e facendo parlare solo il sudore e l’impegno durante gli allenamenti. Mai una polemica, mai una parola fuori posto, mai un selfie civettuolo, diversamente da giovincelli arrivati da ogni parte del mondo credendo di aver trovato alla Pinetina il bengodi.

Non ha mai mollato

Ci fu chi mollò dopo il pari con il Torino nel marzo scorso, facendo perdere a squadra e tifosi ogni speranza di coppe europee . Ranocchia non ha mollato, ha messo la testa bassa e ha lavorato, fino a quando il tempo gli ha dato l’occasione.
Rientrato nell’undici titolare con il Chievo causa squalifica di Miranda, Ranocchia non ha sbagliato un intervento. Ed è stato uno dei migliori nello sciagurato derby di coppa Italia, così come nell’ultima del 2017 con la Lazio.
Dalle stalle alle stelle, potrebbe ben pensare l’ex capitano. Forse non saranno ancora stelle vere, ma ora il clima è cambiato, Andrea non entra più in campo tra i brontolii degli spalti del Meazza. Ora entra tra gli applausi, la stima e la considerazione di coloro che lo sfottevano fino a pochi mesi fa. Come tutta la squadra del resto. Come non ricordare la contestazione della curva nella gara di metà maggio con il Sassuolo?

La risalita dopo aver toccato il fondo

Quello striscione “visto che il nostro sostegno non ve lo potete meritare, oggi vi salutiamo e andiamo a mangiare” doveva essere un pugno nello stomaco per chi lo leggeva. Così fu, molti di quelli che erano in campo quella domenica così “arrabbiata” sono gli stessi che hanno portato l’Inter fino alla vetta del campionato tre settimane orsono.
Dopo aver toccato il fondo non si può che risalire, se si hanno i marroni al posto giusto. Lo ha capito la squadra, lo ha capito Andrea Ranocchia. Buon anno Inter, buon anno Andrea!