Indice dei contenuti
1 Tre minuti, e il bicchiere pieno….2 …diventa bicchiere mezzo vuoto3 Quello che dovrà assolutamente tornare…4 Spalletti, messaggi trasversali a SuningTre minuti, e il bicchiere pieno….
Partita “ruminata”, con un’esito che a prescindere dai meriti lascia un pò di amaro in bocca. L’Inter aveva in mano i 3 punti che mancano ormai da 5 partite, nonostante rimanga ancora quel malessere comparso un mese fa. E qui occorre uno sforzo di equilibrio per vedere correttamente un bicchiere mezzo pieno, ma ancora pure mezzo vuoto. Per dare un sostegno all’ottimismo, iniziamo dal mezzo pieno: pur nell’emergenza della squadra, è positiva la trasferta al Franchi, un punto dopo una “quasi” vittoria. L’emergenza era evidenziata dall’assenza di Miranda, che nel reparto arretrato ha sempre le carte per dire la sua e dare stabilità alla difesa. Quella di D’Ambrosio pesa anche lei, più di quanto credano i detrattori del buon Danilo, una spanna sopra il rendimento passato. Complessivamente, si può definire un bicchiere mezzo pieno quello con… “Batman” Handanovic, l’ottimo Skriniar, Cancelo anche se pare ancora in riserva prima dei 90′. E davanti, il ritorno del rapace Maurito a quota 18, poi Candreva che non sarà Bale, ma è peccato vederlo in panca in assenza di alternative valide.
…diventa bicchiere mezzo vuoto
Cosa c’è nel bicchiere mezzo vuoto dell’Inter? Ci sono giocatori che hanno smarrito forma fisica e brillantezza, forse anche convinzione, come Perisic. Date le potenzialità, ritengo sia curabile in tempi brevi, ma deve darsi lui una mano a ritrovare la motivazione che aveva mostrato all’inizio. Tra quelli a fluttuare nel bicchiere mezzo vuoto trovo Joao Mario (valigia pronta?), Gagliardini e Vecino, non in grado di fornire sufficiente interdizione e copertura in mezzo. Non per sua colpa, ma aggiungerei lo sfortunato Ranocchia che stava disputando una onesta partita, costretto ad abbandonare per infortunio.
Quello che dovrà assolutamente tornare…
…è la compattezza di squadra apparsa nella prima parte di campionato, supportata da buona forma collettiva e maggior determinazione. Contro la Fiorentina si sono viste palle perse malamente, contrasti inefficaci, poca reattività, assenza di pressing alto e troppa distanza tra i reparti. In questo modo, si offre il fianco all’avversario, nella fattispecie come la viola che schiera attaccanti veloci e rapidi nei movimenti, come Chiesa e Simeone. Infatti, spesso gli uomini di Spalletti si sono visti infilare con ripartenze che potevano far male, arrivando in area con 3-4 passaggi dalla media distanza. Una tattica a cui ha rinunciato l’Inter, che è tornata ad una serie di scambi in orizzontale poco fruttuosi, segno di insicurezza e timore . Dovrà assolutamente tornare quel sano agonismo e voglia di combattere che porta a rubar palla anche rischiando il fallo, cercando poi i compagni in avanti anzichè indietro.
Spalletti, messaggi trasversali a Suning
Con la latitanza di Perisic e l’assenza di Candreva si è resa chiara l’incapacità di saltare l’uomo e creare profondità utile per Icardi. E , nonostante tutto, Maurito è tornato non solo al gol ma ad essere diversamente utile anche nei recuperi. Si è riconfermato, segnando il vantaggio con un aggancio rapace su respinta del portiere: un’occasione, un gol! Maurito sempre decisivo, ma sul quale tuttavia non devono pesare responsabilità che competono ad altri. E qui entra anche una diagnosi abbastanza chiara di Spalletti, quando nel post partita afferma sostanzialmente che deve mettere in campo quello che ha, e non quello che vorrebbe avere. Dalle quelle parole emerge l’intenzione di lanciare messaggi “trasversali”, ma mica tanto, alla dirigenza Suning. E lo scopo, più che per mettere le mani avanti, è per evidenziare necessità palesi di ricambi che ormai sono essenziali, se si vuole mantenere intatta la corsa al piazzamento Champions. Diversamente, si rischia di incrementare nuovamente il divario che obiettivamente ci separa dalle prime due in classifica, cosa indigesta per una tifoseria già inquieta.