Inter: finite le feste, calcio fermo, mercato aperto e poi la Roma.Sopravviveremo?
Finite le feste, finiti i panettoni e luci colorate, finito il campionato, almeno per due settimane. Gli esiti delle abbuffate saranno smaltiti lentamente, con lunghe serate di insalatone, cappuccini con fette biscottate e camminate più o meno impegnative. Ma 15 giorni senza campionato e per di più in pieno periodo di calcio mercato possono avere conseguenze micidiali ben peggiori sul fegato di molti appassionati. Ancor di più per i tifosi dell’Inter, che passeranno i giorni a sentir parlare di Criscito e Dembelè, Verdi e Deulofeu. E Suning perché non caccia la grana e Suning che non può spendere. Magari per finire con l’intramontabile Lavezzi che vorrebbe tornare, fresco e sempreverde come I can’t get no dei Rolling Stones. E attenzione che non ritorni pure la voce di Luiz Gustavo. Al che qualcuno potrebbe chiedere di essere estradato in Corea del Nord, dove ci sarà si Kim Yong Un ma almeno li del brasiliano come possibile acquisto dell’Inter nessuno scrive.
E tutto questo con due settimane di attesa snervante per quello che sarà uno spartiacque vero per la stagione dell’Inter, l’incontro con la Roma del 21 gennaio. Ce ne sarebbe abbastanza per addormentarsi stasera e svegliarsi poco prima della partita con i giallorossi… Saranno giorni difficili, tra i selfi dei giocatori a Dubai o a Miami o dove diavolo siano in vacanza, le loro riflessioni filosofiche sui tramonti orientali, su quanto sono belli i bambini, con mogli e fidanzate più o meno discinte che istigheranno gli istinti peggiori dei tifosi. A lavorare dovrebbero andarci diversi di loro (Joao Mario, con i suoi ritmi compassati, starebbe benissimo alle Poste ad esempio) e invece toccherà, come sempre, a noi.
E lavorare e senza poter parlare della partita della partita che incombe, ma anzi, sapendo che Sabatini e Ausilio si stanno sbattendo per fare ancora una volta le nozze coi fichi secchi e che dovremo aspettare 15 giorni per rivedere Di Francesco che ancora non ha finito di smoccolare sui tre pali dell’andata… Cosa abbiamo da scontare? Che abbiamo fatto di così grave nella nostra vita? Vero abbiamo parlato male di Calvarese e Banti fino a poco fa. Ma è sufficiente questo per una punizione così pesante? In fin dei conti sono arbitri, mica Pastori della Chiesa. Di Pastori i tifosi nerazzurri ne conoscono uno solo, non è un ecclesiasta. gioca nel PSG. E ogni mezz’ora cambia idea tra restare in Francia e tornare in Italia, all’Inter auspicabilmente. Si riesce pure a paragonare sacro e profano, questi i primi effetti di una domenica senza calcio giocato… e siamo solo al primo giorno di astinenza. Ci sarà da ridere (per non piangere) nei prossimi giorni.