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1 Julio Cesar parla di Lisandro Lopez, di Ramires e Rafinha2 Di Ramires può raccontare vita, morte e miracoli…3 E’ andato troppo presto in Cina?4 Dove starà Lisandro Lopez invece si sa già5 Per questo siete buoni amici?6 E per Rafinha che sfida può essere?7 Parliamo del suo talento?8 Dobbiamo considerare definitive le sue lacrime di fine novembre, quando ha chiuso il contratto con il Benfica?Julio Cesar parla di Lisandro Lopez, di Ramires e Rafinha
Un ex compagno di nazionale, un ex compagno al Benfica ed un connazionale con cui non ha mai potuto giocare. Questi tre sono i colpi che l’Inter sta provando a piazzare in questa finestra di gennaio. Julio Cesar, come un vero tifoso, è emozionato ed è convinto delle scelte della società
Nonostante l’addio a Milano e all’Inter il portierone con 300 presenze in nerazzurro è ancora innamorato. Il brasiliano è entusiasta di quello che sta provando a costruire l’Inter da questa sessione di mercato. L’amicizia con Lisandro Lopez, il rispetto per Ramires e l’ammirazione per la qualità di Rafinha sono tutte le emozioni che Julio Cesar sta provando in questo momento
Di Ramires può raccontare vita, morte e miracoli…
“Più del giocatore che della persona. Ramires è un po’ il mio contrario: ragazzo timido, molto introverso, che ama parlare poco. Ma alla fine ho capito che è la sua forza: molti fatti e poche parole, nel calcio spesso va benissimo. Il Ramires calciatore è un animale, in senso buono. E’ un po’ che non lo vedo giocare, ma il centrocampista che ricordo io ce l’avevi sempre addosso e lo trovavi ovunque, perché non si stancava mai. Nella nostra nazionale era quello che correva di più, almeno 11/12 chilometri a partita: magari adesso ne farà qualcuno in meno, ma l’esperienza lo fa sicuramente correre meglio.”
E’ andato troppo presto in Cina?
“Magari sì, ma lo diciamo adesso, a posteriori: come fai a giudicare da fuori scelte così? Conta il momento in cui si decide, e nessuno può sapere cosa ci fosse nella testa, o nella vita, di Ramires nel momento in cui i cinesi si sono fatti vivi. Ma se adesso torna in Europa, di sicuro è perché ha ancora qualcosa da dare: qualcosa che può aiutare l’Inter.”
Dove starà Lisandro Lopez invece si sa già
“Ecco, lui è il contrario di Ramires. Dunque a parte il campo di sicuro si farà sentire in un altro posto: nello spogliatoio. Lui è un uomo spogliatoio: bravissimo ragazzo, gli piace ridereesa andare d’accordo con tutti.”
Per questo siete buoni amici?
“Io e lui scherzavamo un sacco: arrivavo all’allenamento, facevo finta di non salutarlo e lui faceva finta di incazzarsi: “Guarda che io non sono Zanetti, Cambiasso o Milito: adesso nel tuo spogliatoio ci sono io, devi salutarmi”. Mi fa effetto: adesso alla Pinetina entrerà lui, ma sono sicuro che si inserirà in fretta. E lo chiamerò presto per dirgli in bocca al lupo.”
E per Rafinha che sfida può essere?
“Non siamo mai stati in squadra insieme, dunque lo conosco appena. Però non faccio fatica a immaginare che uno con il suo talento non ne potesse più di giocare qualche volta sì e qualche volta no.”
Parliamo del suo talento?
“Non serve che lo descriva io: piede brasiliano, tecnica pura. Non so dove giocherà, ma ovunque Spalletti deciderà di metterlo, porterà un po’ di magia da centrocampo in su.”
Dobbiamo considerare definitive le sue lacrime di fine novembre, quando ha chiuso il contratto con il Benfica?
“Mi sono dato un termine: fine gennaio. C’è qualche discorso in ballo, sto aspettando: non vorrei lasciare il calcio così, con un addio al Benfica mio malgrado. Ma se entro questa sessione di mercato non arriverà una proposta che mi interessa, lascerò il calcio giocato definitivamente. Ogni cosa ha il suo tempo. E c’è sempre tempo per sognare altro.”